La k.u.k. Kriegsmarine, (tedesco: kaiserliche und königliche Kriegsmarine; ungherese: császári és királyi Haditengerészet) in italiano (una delle lingue ufficiali all’interno dell’impero) ufficialmente chiamata imperiale e regia Marina fu la forza navale dell’Impero austro-ungarico. Nata con il nome di Österreichische Kriegsmarine (“Marina da guerra austriaca”, in opposizione alla österreichische Handelsmarine che era la marina mercantile), venne ribattezzata österreichisch-venezianische Kriegsmarine (“Marina da guerra austro-veneziana”) nel 1797 in conseguenza del Trattato di Campoformio, per tornare poi al nome originario nel 1849 e assumere infine quello di k.u.k. Kriegsmarine nel 1867 per effetto dell’Ausgleich tra l’Impero d’Austria e il Regno d’Ungheria; in quest’ultimo era nota con il nome di császári és királyi haditengerészet. Allo scoppio della prima guerra mondiale la marina militare austro-ungarica era sesta al mondo in ordine di grandezza, ma con la sconfitta degli Imperi Centrali e la dissoluzione dell’Impero venne ceduta al neocostituito Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi e poi spartita tra gli alleati dell’Intesa. I porti principali della k.u.k. Kriegsmarine erano Trieste e Pola nell’Adriatico e Linz e Klosterneuburg sul Danubio.
Da 56 a 86 unità navali
Libri: Il fuoco del primo conflitto
Prima guerra mondiale
Con l’entrata in guerra dell’Italia al fianco dell’Intesa (24 maggio 1915) l’Austria-Ungheria si trovò tagliata fuori dal resto del Mediterraneo, in quanto il Canale d’Otranto era presidiato dalle navi alleate. La stessa sera della dichiarazione di guerra italiana l’intera flotta austro-ungarica salpò dai porti di Pola, Sebenico e Cattaro avendo come obiettivo le coste italiane. I primi cannoneggiamenti provocarono danni ad Ancona, ma anche a Rimini, Vieste, Manfredonia, Barletta, così come a ponti e linee ferroviarie situate lungo la costa; l’Arsenale di Venezia fu invece oggetto di un’incursione aerea. I primi attacchi della Kriegsmarine riuscirono a sorprendere le difese italiane senza subire alcuna perdita. Ben presto la strategia navale italiana e austriaca fu tuttavia improntata a grande cautela e per tutta la durata della guerra non ebbero luogo grandi scontri tra le due marine: libera solamente di circolare nell’Adriatico, la k.u.k. Kriegsmarine venne difatti destinata principalmente a operazioni difensive (principalmente scorta convogli rifornimento destinati al fronte settore costiero e del Carso isontino, mentre le nuove e potenti corazzate furono tenute al sicuro nei porti secondo una strategia di potenza dissuasiva (fleet in being). Da entrambe le parti venne impiegata la tattica delle rapide incursioni contro il naviglio nemico (soprattutto sottomarini e motosiluranti).
Dreadnought 3 (1)
Pre-dreadnought 13
Incr. da battaglia 0
Incr. corazzati 3
Incr. protetti 2
Incr. leggeri 4 (3)
Cacciatorpediniere 25 (5)
Sommergibili 6 (21)
(tra parentesi le unità aggiunte ad ostilità iniziate)