S:2 – Ep.44
Giuseppe Valle è una persona qualunque.

Giuseppe nacque a Sassari il 17 dicembre 1886, frequentò l’Accademia militare di Modena e la Scuola di applicazione di artiglieria e genio e il 5 settembre 1907 fu promosso al grado di sottotenente in servizio permanente effettivo.
In gioventù fu tra i fondatori della Polisportiva S.S. Lazio, nonché suo atleta, fu anche un eccellente podista, campione studentesco sulla distanza di 20 km.
Il Tenente Valle nel 1910 divenne uno dei primi ufficiali del Battaglione Specialisti del Servizio Aeronautico e nel novembre del 1911 venne assegnato in servizio navigante sul dirigibile militare P.1, basato a Vigna di Valle.
Il P1, la P stava per “piccolo” ad indicare la categoria del mezzo, nel 1912 fu smontato e trasportato in Cirenaica, dove divenne il primo dirigibile ad essere impiegato sperimentalmente in guerra, in Africa il P1 compì in tutto nove missioni di ricognizione, di cui una notturna.
Il mese successivo Valle si imbarcò come ufficiale di bordo sul dirigibile P.2, impiegato nella guerra di Libia, rimanendovi fino al maggio 1912, nel 1911 durante la guerra ltalo-turca il dirigibile militare N2, ribattezzato appunto per l’occasione P2, effettuò in Libia i primi bombardamenti aerei della storia.
Dall’agosto dello stesso anno Giuseppe diventò uno degli ufficiali che presiedettero agli esperimenti ed al montaggio, che ne costituiscono il primo equipaggio, del dirigibile M.1.
Il 19 giugno 1914 venne nominato comandante in 1ª di dirigibile, poi ci fu l’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale, il 24 maggio 1915, e mentre l’M1 fu subito impiegato in missioni operative, eseguendo il primo bombardamento su Lubiana nella notte del 27 maggio dove venne colpito da almeno 200 colpi di fucile, riuscendo comunque a rientrare sull’aeroscalo di Campalto, a Venezia, Valle assunse il comando del dirigibile P.4 della Marina sempre a Campalto fino alla fine del successivo mese di settembre.
La settimana successiva, dalla base, il P4 si alzò destinazione Pola, l’aeronave potette contare su 12 ore di autonomia ed era armata con quattro torpedini da 162, quattro da 130 e sei incendiarie, dopo un’ora la quota si stabilizzò a 1000 metri.
Alle ore 22.30 il P4 raggiunse la città di Pola, l’altimetro segna 1450 metri quando il dirigibile rilasciò il suo carico sull’arsenale, le torpedini incendiarie vennero sganciate sulla base di idroaviazione di Santa Caterina e sui depositi di nafta scatenando una furiosa reazione austriaca, con 34 fotoelettriche a scandagliare il cielo per indirizzare il fitto fuoco di una decina di batterie contraeree.
Il dirigibile venne colpito in maniera leggera ma la quota recuperata per lo scarico delle bombe gli permise di salire ancora di 250 metri, raggiungendo le nubi e fuggendo al fuoco nemico.
L’aeronave virò e si mise sulla via del ritorno e, dopo due ore e mezza di volo, scendendo a 100 metri, arrivò all’altezza del faro del Piave, col megafono il comandante Valle avvertì dell’arrivo ed il dirigibile atterrò alle 2,40 del 31 maggio 1915, portando a termine senza perdite la vittoriosa operazione.
Alla fine del settembre 1915 il Capitano fu trasferito al Cantiere della Marina di Ferrara per comandare il V.2 da ottobre 1915 a maggio 1916, il dirigibile V.2 terminò l’allestimento nel novembre 1915, andando in volo per la prima volta il 10 dicembre successivo entrando in servizio operativo il 28 febbraio 1916.
Le prestazioni risultarono subito deludenti, infatti raggiungeva una velocità massima di 65 km/h e una tangenza di 2 000 m, inoltre venne rilevata una forte inerzia in fase di manovra, unita a un raggio di virata molto ampio.
La prima missione bellica, al comando del capitano Giuseppe Valle, avvenne il 5 aprile contro il nodo ferroviario di Nabresina, sul fronte dell’Isonzo, il 26 maggio fu tentata una nuova missione contro Nabresina, ma Valle, preoccupato per la tendenza del V.2 a perdere quota e per le difese contraeree nemiche in allarme, preferì attaccare le installazioni di Punta Salvore.
Oltre a queste missioni, Valle, con mirabile intelligenza, perizia ed ardimento, nella sua qualità di comandante dei dirigibili P 4 e V. 2, portò a compimento le azioni di bombardamento contro la Ferriera di Muggia, il Nodo ferroviario Divazza, lo Stabilimento tecnico Triestino, il Cantiere San Marco di Trieste, la Stazione di Grignano, il Viadotto ferroviario Sestiana e gli Hangars di Parenzo che gli valsero una medaglia d’argento al valor militare.
Dal 1º luglio 1916 prese il comando del nuovo dirigibile M.9 dove eseguì la prima ascensione, cui ne seguì uno di collaudo della durata di tre ore, il 7 luglio, con trasferimento a Ciampino previo sorvolo della città di Roma.
Dopo una riparazione, per un problema ad un motore, il giorno successivo l”M.9 partì puntando a nord, verso Vigna di Valle, e dopo un ulteriore volo di collaudo, eseguito il 10 luglio, tre giorni dopo, l’aeronave uscì dall’hangar decollando alle 6:40 verso il fronte, ma a causa di un guasto dovette atterrare a Ciampino.
Dopo alcuni altri voli di collaudo e massa a punto, alle 4:00 del 26 agosto l”M.9 partì da Ciampino puntando a nord, per un lungo volo di trasferimento verso la zona di operazioni, arrivando sull’aeroscalo dell’Aeroporto di Ferrara-San Luca alle ore 9:20 e il 28 agosto si trasferì sull’aeroscalo di Casarsa della Delizia, in zona di guerra.
La prima missione operativa fu eseguita il 9 settembre 1916, con obiettivo il viadotto di Sistiana colpito con 600 kg di bombe lanciate da 1 850 m di quota, e il giorno 24, dopo quindici giorni trascorsi all’interno dell’hangar, l’aeronave decollò alle 22:30 per colpire la stazione ferroviaria di Duttogliano, rientrando a Casarsa dopo un volo di cinque ore.
Il giorno successivo decollò nuovamente alle 21:35 per una missione, ma scoperto da un riflettore su Duino dovette rientrare alla base ma nella notte, sul 26 settembre, il dirigibile bombardò baraccamenti tra Comeno e Castagnevizza.
Tra il 20 e il 21 febbraio 1917 decollò da Spilimbergo per eseguire una missione di bombardamento su un accampamento nemico vicino all’abitato di Comeno, che venne colpito da 750 kg di bombe ma durante il volo di rientro il dirigibile fu fatto bersaglio dalla contraerea nemica, arrivò comunque alla base di partenza alle 3:40 del mattino, senza grossi inconvenienti.
Dopo una veloce revisione ai propulsori, la sera del 22 febbraio partì nuovamente alle 0:10 per effettuare una missione di bombardamento sul campo d’aviazione di Prosecco, colpito con 700 kg di bombe da una quota di 2 500 m, rientrando a Spilimbergo alle ore 4:50.
Nel mese di aprile, dopo una missione operativa, il dirigibile rimase danneggiato durante un atterraggio a Casarsa, riportando danni alla navicella, fu riparato sommariamente e nella notte tra il 21 e il 22 aprile decollò comunque per la sua 57ª ascensione, attraversando l’Isonzo per colpire la linea ferroviaria dietro il Dosso Faiti con 18 bombe.
Subito dopo lo sgancio il dirigibile fu inquadrato da un proiettore nemico, salì rapidamente a 4 600 m fatto segno dai colpi dell’artiglieria contraerea, e sempre inquadrato dal proiettore incontrò un fortissimo vento che lo spinse lungo tutto lo schieramento nemico fino a Duino, sempre sotto il fuoco dall’artiglieria contraerea nemica, riuscì a cavarsela anche questa volta rientrando a Spilimbergo alla 4:00 del mattino, senza più zavorra e con pochissimo carburante a bordo.
Nuova missione il 16 maggio, in cui vi fu una quasi collisione con il gemello M.10 a causa delle pessime condizioni atmosferiche che lo costrinsero a rientrare anzitempo alla base, ripartì nuovamente la sera successiva, mentre infuriava la battaglia intorno a Gorizia, colpendo con 30 bombe un accampamento nemico sulla strada fra Ovcia-Draga e Vogrsko.
Il 24 maggio bombardò una stazione ferroviaria e, il 18 giugno, andò contro le postazioni austro-ungariche sull’Hermada.
Ormai logorato dall’intenso uso bellico, l’aeronave fu riportata a Ciampino nel mese di luglio, venendo impiegata per un certo periodo per l’addestramento e infine trasferita alla Regia Marina con compiti di ricognizione antisommergibili ma non prima di far decorare Valle con una seconda medaglia d’argento.
Quando la prima guerra mondiale terminò, Giuseppe valle transitò in vari posti continuando la sua carriera militare, prima nelle file della Regia Aeronautica assumendo l’incarico di comandante del Gruppo dirigibili, poi venne nominato comandante della neonata Accademia Aeronautica.
Nel novembre 1928 lasciò il comando dell’Accademia per assumere le funzioni di capo dell’Ufficio centrale del demanio, l’anno successivo divenne Sottocapo di stato maggiore dell’Aeronautica, incarico che lasciò il 22 febbraio 1930 per divenire Capo di stato maggiore della Regia Aeronautica, alle dipendenze del Ministro Italo Balbo.
Sotto di lui venne decorato con una medaglia d’oro al valore aeronautico per aver partecipato alla Crociera Aerea Transatlantica Orbetello-Rio de Janeiro in qualità di Pilota il 17 dicembre 1930 e tornando il 15 gennaio 1931.
Il 10 novembre 1933 lasciò l’incarico per poi riassumerlo il 22 marzo 1934, alle dirette dipendenze del Ministro Benito Mussolini, anche se la dipendenza agli ordini del Duce era solo formale in quanto gli venne sempre lasciata ampia autonomia.
In questa nuova veste il generale Valle scrisse un rapporto segreto in cui dimostrò che Balbo aveva falsificato le cifre sull’effettiva consistenza numerica degli aeroplani, salvo essere accusato dal suo successore, Francesco Pricolo, di aver fatto poi la stessa cosa.
Nel 1939 fu nominato consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e a settembre, durante una riunione dei capi di stato maggiore delle forze armate, si oppose alla preventivata entrata in guerra, dichiarando a Mussolini l’impreparazione della propria forza armata.
Due mesi dopo venne sostituito dal generale di squadra aerea Francesco Pricolo, suo precedente accusatore, e dopo la fine della seconda guerra mondiale gli vennero mosse numerose accuse e venne sottoposto a processo, dal quale però ne uscì assolto, morì, per cause naturali, il 20 luglio 1975.
Ma questa, è un’altra storia.

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