S:2 – Ep.45
Francis Pegahmagabow è una persona qualunque.

Francis venne alla luce il 9 Marzo 1891 in quella che oggi è la riserva della Shawanaga First Nation a Nobel, Ontario.
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, Francis si offrì volontario per il servizio presso la Canadian Expeditionary Force nell’agosto 1914, nonostante le discriminazioni del governo canadese che inizialmente escludeva le minoranze, infatti Francis era un canadese indigeno.
Con il termine popoli indigeni del Canada, noti anche come Indigeni canadesi o Aborigeni canadesi, si intendono le popolazioni autoctone che vivevano dentro i confini dell’attuale Canada prima della colonizzazione europea e i loro odierni discendenti, essi comprendono le Prime Nazioni, gli Inuit e i Métis.
Francis faceva parte delle Prime Nazioni, i popoli indigeni o autoctoni che non erano né Inuit né Métis (Meticci), numericamente le Prime Nazioni erano concentrate in Ontario e in Columbia Britannica ma erano presenti un po’ in tutte le province e territori canadesi.
Fu assegnato al 23 ° reggimento pionieri del nord e dopo essersi unito alla forza canadese, era di base al CFB Valcartier, decorò la sua tenda dell’esercito con simboli tradizionali tra cui un cervo, il simbolo del suo clan.
All’inizio di ottobre 1914 fu schierato all’estero con il 1 ° battaglione di fanteria della 1ª divisione, il primo contingente di truppe canadesi inviato a combattere in Europa, i suoi compagni lo soprannominarono “Peggy”.
Nell’aprile 1915, Peggy combatté nella seconda battaglia di Ypres, dove i tedeschi usarono il gas per la prima volta sul fronte occidentale e fu durante questa battaglia che iniziò a stabilire una solida reputazione come cecchino ed esploratore.
I primi a fare uso dei fucili con cannocchiale furono i tedeschi, all’epoca leader assoluti nel campo della produzione di materiale ottico.
Quando poco dopo l’inizio del conflitto, nato come guerra di movimento ma che si arenò subito nelle trincee, si venne a creare la necessità di armi di precisione, l’esercito tedesco riuscì velocemente a fornire alle sue truppe armi dotate di cannocchiale.
Le prime ad arrivare in linea furono armi da caccia civili, donate dai possessori o più probabilmente sequestrate, di fatto è facile trovare foto d’epoca con soldati dotati di armi simili.
Già verso la fine del 1914 vennero poi assemblati, presso gli arsenali statali, dei Gewehr 98 dotati di cannocchiale e data l’urgente necessità di armi con ottica, venne lasciata libertà di approvvigionamento ad ogni arsenale, col risultato che ognuno di essi assemblò le armi con cannocchiali ma soprattutto con sistemi di attacco diversi.
In questo modo successe che i cannocchiali usati furono i più vari, sia come produttori ma soprattutto come ingrandimenti e luminosità, comunque i tedeschi furono i leader assoluti in questo ambito nei primi due anni di guerra.
Queste armi speciali vennero affidate a persone con esperienza specifica, come cacciatori, guardacaccia o iscritti ai club di tiro a segno, vennero anche istituiti dei corsi di addestramento al fine di far utilizzare al meglio dette armi: veniva insegnato come tener conto dell’angolo di sito, della temperatura, dell’altitudine, del vento e di ogni altro fattore che potesse influenzare l’efficacia del tiro.
Si insegnava anche come mimetizzare la propria postazione e il comportamento in prima linea al fine di essere massimamente efficaci e anche, perché no, ad aumentare le probabilità di sopravvivenza dei cecchini stessi che, per antonomasia, spesso per tecniche di battaglia venivano abbandonati in avamposti isolati.
La parola che nella lingua italiana tutt’oggi identifica lo sniper, il soldato dotato di fucile con cannocchiale, ci deriva proprio dalla Prima Guerra Mondiale: CECCHINO, tale termine non è altro che il diminutivo di un “soldato di Franz Joseph”, l’imperatore austroungarico, in italiano Francesco Giuseppe che, abbreviato, diventerebbe Cecco Giuseppe, un piccolo Cecco, un cecchino per intenderci.
Questa innovazione, l’utilizzo del fucile col cannocchiale, venne recepita con ritardo dai nemici ma appena possibile sia i francesi che gli inglesi si dotarono delle loro armi da sniper, e con loro anche proprie colonie sparse per il mondo.
Una delle difficoltà principali per i paesi dell’Intesa fu il procurarsi i cannocchiali da montare, la Germania aveva il monopolio mondiale della produzione di vetro ottico e con lo scoppio del conflitto le nazioni alleate si trovarono a doversi inventare un’industria ottica, cosa che ovviamente non fu facile né immediata.
Comunque già dal 1915 si cominciò a vedere in linea qualche Lebel con ottica APX e pure dei Lee-Enfield.
Come ben noto la guerra in Italia cominciò solo nel 1915 ma nonostante questo “vantaggio temporale” al cecchinaggio non si pensò minimamente finché non ci si rese conto che il nemico aveva una strana abilità nel centrare il cranio di ufficiali, sentinelle e di ogni altro bersaglio “interessante” apparentemente ma non realmente al riparo da rischi, vista la presunta distanza elevata dal nemico.
In buona sostanza si scoprì che gli austroungarici usavano appunto dei fucili di precisione, in effetti i sudditi di Franz Joseph, grazie ai cugini germanici, da anni erano pure loro avvezzi all’uso di armi da caccia con mirino ottico e quindi, già allo scoppiare delle ostilità, qualche fucile civile con ottica arrivò in prima linea.
Qualche cecchino arrivò sul fronte italiano anche al seguito dell’Alpenkorps, che già nel 1915 era dotato, come ormai tutti i reparti di linea tedeschi, dei suoi cecchini con Gew98 in versione sniper.
Gli Austroungarici, ispirandosi ai cugini tedeschi, cominciarono a lavorare sul progetto di una versione da cecchino dell’M95 e furono facilitati in ciò dal fatto di avere due sole fabbriche di questa arma.
Ma torniamo al nostro cecchino canadese Peggy che, dopo la battaglia di Ypres, fu promosso caporale, poi, il suo battaglione prese parte alla battaglia della Somme nel 1916, durante la quale fu ferito alla gamba sinistra ma si riprese in tempo per tornare al 1 ° battaglione mentre si trasferivano in Belgio.
Ricevette la medaglia militare per aver portato messaggi lungo le linee durante queste due battaglie, inizialmente il suo ufficiale in comando, il tenente colonnello Frank Albert Creighton, lo aveva nominato per la Distinguished Conduct Medal, citando il suo disprezzo per il pericolo e “fedeltà al dovere”, ma fu declassato, forse a causa della sua appartenenza ad una minoranza etnica.
Il 6 e 7 novembre 1917, Francis vinse una Barra alla sua medaglia militare per le sue azioni nella seconda battaglia di Passchendaele dove, durante i combattimenti, al battaglione di Peggy fu affidato il compito di lanciare un attacco.
Quando i rinforzi del battaglione si persero, Francis fu determinante nel guidarli e assicurarsi che raggiungessero il punto assegnato nella linea, giocando un ruolo importante come collegamento tra le unità sul fianco e il 1° battaglione.
La guerra finì nel novembre 1918 e nel 1919 Francis ritornò in Canada, aveva servito per quasi tutta la guerra e si era costruito una reputazione come abile tiratore.
Usando il tanto diffamato fucile Ross, un fucile ad otturatore scorrevole calibro .303 prodotto in Canada tra il 1903 e il 1918 di enorme successo prima della Grande guerra, ma che a causa dell’estrema precisione richiesta nella lavorazione, la mancanza di un’estrazione primaria e una lunghezza non trascurabile resero il suo successore inadatto alle condizioni di guerra di trincea in cui si trovarono impantanate le forze canadesi in Europa, gli fu accreditato di aver ucciso 378 tedeschi e di averne catturato altri 300.
Al momento del congedo, aveva raggiunto il grado di sergente maggiore ed era stato insignito della Stella 1914–15, della British War Medal e della Victory Medal, fu il canadese indigeno con più decorazioni militari ed il cecchino di qualsiasi schieramento con più uccisioni della prima guerra mondiale, ironia della sorte, ovviamente, non era né austroungarico e né tedesco, ideatori e produttori dei primi fucili con ottica.
Al suo ritorno in Canada continuò a prestare servizio nella Milizia come membro dei Pionieri del Nord, conosciuti oggi come Reggimento Algonquin, come membro attivo non permanente.
Seguendo le orme di suo padre e suo nonno, fu eletto capo della Parry Island Band dal febbraio 1921 e una volta in carica causò uno scisma nella band dopo aver scritto una lettera che chiedeva che alcuni individui e tutti quelli di razza mista, dovevano essere espulsi dalla riserva.
Fu rieletto nel 1924 e prestò servizio fino a quando fu deposto tramite una lotta di potere interna nell’aprile 1925 ma prima che la mozione potesse passare, Peggy si dimise.
Un decennio dopo, fu nominato consigliere dal 1933 al 1936, nel 1933 il Dipartimento degli affari indiani (DIA) ha cambiato le sue politiche e ha proibito ai capi delle Prime nazioni di corrispondere con la DIA.
I membri delle Prime nazioni che prestarono servizio nell’esercito durante la prima guerra mondiale furono particolarmente attivi come attivisti politici, avevano viaggiato per il mondo, guadagnato il rispetto dei compagni in trincea e si erano rifiutati di essere messi da parte.
Oltre alla lotta di potere tra il Consiglio indiano e la DIA che Francis contestò, fu un agitatore costante sulle isole in Georgian Bay del Huron, i governi delle Prime nazioni regionali rivendicarono le isole come proprie e Peggy e altri capi cercarono invano di ottenere il riconoscimento del loro status.
Durante la seconda guerra mondiale Francis lavorò come guardia in una fabbrica di munizioni vicino a Nobel, Ontario, divenne sergente maggiore della milizia locale, e nel 1943, divenne il capo supremo del governo indipendente dei nativi, una delle prime organizzazioni delle Prime nazioni, morì 9 anni dopo, nel 1952 a 61 anni.
Ma questa, è un’altra storia.

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