S:1 – Ep.20
Emmy Oscar Blackie è una persona qualunque.
No, questa volta non possiamo dirlo perché Emmy, Oscar e Blakie erano tre GATTI qualunque.
Durante la Prima guerra mondiale furono circa 500.000 i gatti presenti al fronte, nelle trincee e sulle navi da guerra.
Il loro compito ufficiale era quello di dare la caccia ai topi, benché alcuni fossero utilizzati per rilevare i gas venefici.
Emmy era il gatto di bordo della RMS Empress of Ireland.
Era una gatta soriana arancione che non aveva mai perso un viaggio.
Tuttavia, il 28 maggio 1914, Emmy scese dalla nave mentre era in porto a Quebec City.
L’equipaggio la riportò sulla nave, ma la gatta se ne andò di nuovo.
La Empress of Ireland salpò senza di lei e questo fu considerato dall’equipaggio un terribile presagio.
La mattina dopo la nave entrò in collisione con il mercantile norvegese Storstad mentre attraversava la foce del fiume San Lorenzo, in mezzo alla nebbia.
Affondò rapidamente, uccidendo 1 012 persone, ma non Emmy.
Sulle navi la presenza dei gatti era quasi obbligatoria, per questioni igieniche, cacciando i topi ed evitando che andassero a contaminare i cibi nelle stive, e per questioni psicologiche, in quanto oggi noi chiameremo pet therapy il conforto che un gatto apportava agli uomini psicologicamente debilitati dai lunghi viaggi in mezzo al mare.
Prima dell’inizio della seconda guerra mondiale ci fu il riarmo della Bismarck in funzione di un nuovo sviluppo della Kriegsmarine dopo che Hitler denunciò gli accordi anglo-tedeschi relativi alle limitazioni agli armamenti e dopo che erano decadute le precedenti limitazioni imposte dal Trattato di Versailles.
Il piano di riarmo navale tedesco prevedeva un numero di grandi navi che non poteva competere con la Royal Navy, ma che fosse qualitativamente all’avanguardia.
Tra i risultati di questa politica vi fu una corazzata che poteva considerarsi tra le più potenti del suo tempo.
Il varo della Bismarck avvenne il 14 febbraio 1939 ad Amburgo alla presenza di Hitler, Raeder, Keitel, Göring, Goebbels, Hess, Ribbentrop, Himmler, Bormann e von Schirach, a sottolineare l’importanza che si dava all’evento.
Il comandante dell’OKM (Oberkommando der Marine), ammiraglio Raeder, decise di utilizzare la Bismarck per proteggere le navi di superficie da interferenze delle corazzate britanniche, oltre che, naturalmente, per attaccare i mercantili che rifornivano la Gran Bretagna.
L’esecuzione dell’operazione Rheinübung prevedeva il grado massimo di segretezza, ma la squadra fu avvistata dall’incrociatore svedese Gotland, quindi l’ambasciata inglese a Stoccolma ne fu immediatamente informata.
Immediatamente iniziò il pattugliamento del mare del Nord da parte della Home Fleet, ma la squadra fu avvistata in un fiordo presso Bergen dalla ricognizione della RAF.
La Royal Navy mosse immediatamente l’Hood e la Prince of Wales da Scapa Flow per averle in area di operazioni appena la Bismarck fosse stata intercettata.
La squadra tedesca fu avvistata il 24 maggio 1941 l’Hood apriva il fuoco sul Prinz Eugen, dando inizio alla battaglia dello Stretto di Danimarca.
Ma la Hood venne centrata, un proiettile perforò i pontoni corazzati e scoppiò in una santabarbara contenente i proiettili e provocando un’enorme esplosione che spezzò in due parti la nave inglese.
L’Hood affondava con tutto il suo equipaggio (3 superstiti), e la Bismarck e il Prinz Eugen cessavano il fuoco sulla Prince of Wales, che, pesantemente danneggiata, rompeva il contatto con la squadra tedesca ritirandosi.
Nel corso del combattimento la Bismarck aveva incassato tre colpi dalla Prince of Wales: mentre due di questi avevano provocato danni non troppo pesanti, il terzo però aveva provocato una perdita di nafta e un allagamento dei serbatoi che impedivano alla nave di tenere la piena velocità; la Bismarck quindi dovette puntare su un porto amico.
Appena fu noto l’esito della battaglia dello Stretto di Danimarca, l’Ammiragliato inglese spostò tutte le navi che aveva a disposizione nell’Atlantico, dalla King George V fino alle vecchie corazzate della Prima guerra mondiale.
Alla Bismark mancavano meno di 700 miglia per raggiungere Brest, ma non sarebbero state miglia facili con tutte le forze britanniche disponibili che convergevano verso di lei.
Individuata, l’Ark Royal lanciò gli Swordfish che giunsero a contatto con la nave tedesca.
Gli aerosiluranti misero a segno due colpi, uno a centro nave che, esplodendo sulla cintura corazzata, non provocò danni, e uno sulla poppa che segnò il destino della Bismarck danneggiando il meccanismo di controllo del timone, che rimase bloccato.
La Home Fleet arrivò. La prima nave ad aprire il fuoco fu il Rodney seguito dopo un minuto dalla King George V, quest’ultima non riuscì a colpire il bersaglio con le sue artiglierie mentre il Rodney aveva messo sulla Bismarck 4 colpi provocando danni che, uniti ad altri due colpi che arrivarono dalla King George V successivamente, a prua e a poppa, trasformò la Bismarck in un pontone per il tiro delle navi britanniche, ormai ravvicinate a meno di 9 km: a quel punto circa 300 colpi centrarono la nave tedesca.
Alle 10.36 del 27 maggio la Bismarck scomparve sotto la superficie del mare, con le eliche ancora in moto e la bandiera da guerra a picco, solo 116 persone su un equipaggio di oltre 2 200 sopravvissero e assieme a loro c’era anche Oscar.
Oscar, soprannominato poi Sam l’inaffondabile, fu il gatto di bordo della corazzata tedesca Bismarck.
Quando fu affondata, Oscar fu catturato dal cacciatorpediniere Cossack, una delle navi responsabili della distruzione di Bismarck.
Il 24 ottobre seguente, 5 mesi dopo aver affondato la Bismark, mentre scortava un convoglio diretto da Gibilterra al Regno Unito, la Cossack venne colpita da un siluro lanciato dall’U-Boot U-563 tedesco, comandato da Klaus Bargsten, che uccise 159 uomini dell’equipaggio compreso il capitano.
Venne presa a rimorchio da un rimorchiatore che iniziò il traino verso Gibilterra, reso impossibile il giorno seguente dal peggiorare delle condizioni atmosferiche, la nave affondò il 27 ottobre nell’Atlantico circa 100 miglia ad ovest di Gibilterra, ma Oscar se la cavò anche in questa occasione e, salvato assieme ai pochi uomini sopravvissuti, divenne il gatto della nave della portaerei Royal.
Il 13 novembre 1941, due settimane dopo l’affondamento della Cossak, mentre ritornava a Gibilterra da una missione, la Ark Royal venne colpita da un siluro lanciato dal sommergibile tedesco U-81 al comando del Kapitänleutnant Friedrich Guggenberger.
Il progressivo allagamento istantaneo soffocò le prese delle caldaie, cosicché la nave, non equipaggiata con motori Diesel di riserva, perse ogni fonte di alimentazione, compresa quella destinata alle pompe.
Venne ordinato alla HMS Legion di raccogliere tutti i 1487 membri dell’equipaggio, e Oscar che ancora una volta si salvò dall’ennesimo affondamento, e di trasportarli a Gibilterra.
Ormai conosciuto come Unsinkable Sam per essere sopravvissuto ai tre affondamenti delle navi, gli fu dato un nuovo lavoro come cacciatore di topi negli edifici per uffici del Governatore Generale di Gibilterra.
Forse era giunto il momento di non mettere più Oscar su nessuna nave.
Sulla Prince of Wales, la nave pesantemente danneggiata dalla Bismark nella battaglia dello stretto di Danimarca c’era anche Blackie, il gatto di bordo.
Dopo che fu rimessa in sesto, la HMS Prince of Wales, durante il secondo conflitto, raggiunge fama mondiale perché portò il Primo ministro Winston Churchill attraverso l’Atlantico dove, nell’agosto 1941, si incontrò segretamente con il Presidente statunitense Roosevelt per diversi giorni in un porto sicuro.
Questo incontro ha portato alla dichiarazione della Carta Atlantica, ma mentre Churchill stava per risalire sulla Prince of Wales, Blackie si avvicinò.
Churchill si chinò per dire addio a Blackie, e il momento fu fotografato e riportato nei media mondiali.
Il 10 dicembre 1941, scatenando immediatamente nuovi frenetici preparativi per sferrare finalmente un attacco in forze per distruggere le navi da battaglia nemiche, l’ammiraglio giapponese Matsunaga organizzò una formazione da ricognizione con nove aerei Nell e due Aichi E10A Hank, per agganciare con sicurezza la squadra britannica; poi, senza attendere nuove notizie più precise sui rilevamenti, fece partire le forze di attacco principali.
Un ultimo attacco di bombardieri Nell della 6ª squadriglia del Kokutai Mihoro, sferrato con bombe, mise ancora a segno un colpo (nonostante la Prince of Wales rispondesse sempre al fuoco), assestando il colpo di grazia alla corazzata ammiraglia.
La Prince of Wales, che aveva ormai imbarcato oltre 18.000 tonnellate di acqua, si inclinò a dritta e si capovolse; il cacciatorpediniere Express si era già avvicinato per recuperare l’equipaggio e per poco non fu rovesciato dalla deriva antirollio della corazzata; ma fortunatamente permise di salvare molti più uomini: i morti furono alla fine 327 su un equipaggio di 1.612 ufficiali e marinai.
La nave affondò a 65 miglia a sud-est di Kuan-Tan, portando con sé anche il comandante Leach e l’ammiraglio Phillips ma non Blackie che sopravvisse all’affondamento della Prince of Wales da parte dell’aviazione giapponese e fu portato a Singapore con i 1612 sopravvissuti.
Ma prima di Emmy, Oscar e Blackie ci fù Jenny che era il nome del gatto della nave a bordo del Titanic, fu trasferita dalla imbarcazione gemella del Titanic, la Olympic e partorì la settimana prima che il Titanic salpasse da Southampton.
Abitualmente Jenny e i suoi cuccioli stavano nella cambusa, accuditi dai camerieri che li nutrivano con gli avanzi di cucina, non è noto il destino di Jenny e della sua cucciolata ma secondo il racconto dello sguattero che l’aveva adottata, Jim Mulholland, allo scalo di Southampton Jenny trasportò i gattini a terra prima di sbarcare lei stessa.
Questa azione premonitrice avrebbe convinto lo stesso Mulholland a sbarcare, rimanendo a Southampton, il Titanic salpò per il suo viaggio inaugurale e sappiamo tutti come andò a finire.
Ma questa, è un’altra storia.
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