La sera del 10 dicembre 1917 Rizzo partì al comando di un’unità MAS composta da due motoscafi, il MAS 9 e il MAS 13 per attaccare i due navigli austriaci ancorati nel Vallone di Muggia. I due MAS, trainati da altrettante torpediniere da Venezia fino al mezzo del golfo di Trieste, partirono con i loro motori elettrici fino alla diga nord della baia. Rizzo verificò che l’incursione non fosse stata notata prima di dare l’ordine di tagliare le ostruzioni che impedivano l’accesso alla baia. Dopo due ore era stato tagliato anche l’ultimo dei cavi d’acciaio messi a diversi livelli sotto la superficie dell’acqua e i due MAS entrarono dal varco creato. Il MAS 9 puntò sulla SMS Wien, il MAS 13 sulla SMS…
Il MAS 9, assieme al MAS 13, al comando del capitano di corvetta Luigi Rizzo penetrarono nel porto di Trieste e affondarono la corazzata austriaca Wien. Il 10 febbraio 1918 viene tentata quella che passerà alla storia come “beffa di Buccari”. Tre MAS (95, 96 e 94), comandati ancora da Luigi Rizzo, penetrano nella acque del Quarnaro fino alla baia di Buccari, un ancoraggio molto protetto vicino a Fiume dove la ricognizione aerea aveva segnalato dei piroscafi. L’azione fallì perché i siluri, pur colpendo i bersagli, non esplosero: ebbe però un grande risalto per la presenza a bordo…
Il 16 luglio 1915, prima ancora che fossero completate le prove dei primi due MAS, ne furono così ordinati altri 50 esemplari a cui ne seguirono altri. Nel giugno del 1916 i MAS 5 e MAS 7, comandati dai tenenti di vascello Berardinelli e Pagano di Melito, penetrarono nel porto di Durazzo, di recente conquistato dagli austriaci, e affondarono il Lokrun, un piroscafo di 924 tonnellate. Queste incursioni verranno ripetute con frequenza: 16 giugno a San Giovanni di Medua (un piccolo porto a nord di Durazzo), il 26 giugno ed il 2 agosto ancora a Durazzo. Le missioni compiute dalle flottiglie di MAS operanti in Adriatico conseguirono importanti successi che…
Le prime unità operative risalgono alle fasi iniziali della prima guerra mondiale, quando il cantiere navale veneziano SVAN (acronimo per Società Veneziana Automobili Navali) fornì alla Regia Marina i suoi primi mezzi speciali denominati MAS, acronimo di Motobarca Armata SVAN. Le prime due unità, MAS 1 e MAS 2, furono completate nel giugno 1915. La Regia Marina si era interessata ai motoscafi siluranti già a partire dal 1906, quando venne avviata la definizione di un progetto per una «barca torpediniera mossa da motore a scoppio», com’era definita all’epoca, capace di raggiungere una…
Il barchino «saltatore», secondo la notazione diffusa, o tank marino secondo la classificazione utilizzata all’epoca all’Arsenale di Venezia dove i mezzi furono realizzati, o MAS speciale secondo la definizione di progetto, era una classe di quattro mezzi d’assalto concepiti dalla Regia Marina nel 1917 con l’obbiettivo di violare il porto di Pola, principale base della k.u.k. Kriegsmarine. L’azione di forzamento del canale di Fasana svoltasi nella notte tra il 1° ed il 2 novembre 1916, durante la quale si utilizzarono dei pesi per abbassare le ostruzione metalliche poste all’imboccatura del canale, fu di ispirazione per l’ingegnere Attilio Bisio direttore della SVAN di Venezia ed ideatore dei…
Le Flottiglie MAS, acronimo di Motobarca Armata Silurante SVAN, furono una serie di flottiglie della Regia Marina Italiana composte da motoscafi armati siluranti.
Fecero l’esordio in combattimento nella prima guerra mondiale, causando gravi perdite alla flotta austro-ungarica.
Flottiglie e squadriglie dipendevano dell’Ispettorato generale delle flottiglie MAS (Generalmas), con sede prima a Livorno e poi a Lerici. Fondamentalmente si trattava di un motoscafo da 20 – 30 tonnellate di dislocamento (a seconda della classe), con una decina di uomini di equipaggio e armamento costituito generalmente da due siluri e alcune bombe di profondità antisommergibile, oltre a una mitragliatrice o a un cannoncino.
I MAS, derivati dalla tecnologia dei motoscafi civili con 2 motori a benzina a combustione interna da 500 cavalli l’uno, compatti e affidabili, ebbero un’ampia diffusione nella Regia Marina durante la guerra del 1915-18.
Montavano motori entro-fuoribordo di concezione automobilistica, di grande potenza ed efficienza, ad iniezione diretta, ovviando in tal modo ai problemi di carburazione del motore dovuti alla scarsa raffinazione del benzene usato come carburante.
I primi modelli furono prodotti dalle officine Fraschini e furono successivamente modificati e prodotti dal Cantiere Orlando, di Livorno, da dove uscirono i MAS impiegati da D’Annunzio.
Alcuni esemplari (ad esempio quello usato da D’Annunzio e da Luigi Rizzo nella beffa di Buccari, azione di disturbo alla flotta austro-ungarica ancorata nella baia di Buccari), montavano due motori ridondanti, uno a servizio dell’altro, nell’ottica d’incremento puro d’efficienza e affidabilità del mezzo navale.
Lo stesso D’Annunzio coniò dalla sigla MAS la locuzione latina Memento audere semper.
I MAS potevano essere utilizzati sia come pattugliatori antisommergibile, che come mezzi da attacco insidioso alle navi della flotta austro-ungarica, a seconda degli equipaggiamenti.
I MAS della seconda guerra mondiale avevano velocità di circa 45 nodi, due siluri da 450 mm moderni e una mitragliatrice.
Anche vecchie unità vennero usate, in teatri operativi come l’Africa Orientale Italiana.
Dopo alcuni decenni in cui la marina italiana, potente ma anche legata a mari assai chiusi e indicati per mezzi navali costieri, aveva impiegato mezzi veloci siluranti, ma con problemi dovuti all’indisponibilità di potenti motori a benzina, il problema della propulsione venne risolto.
I sottomarini della Deutsche Marine del dopoguerra sono U-Boot e continuano ad avere la denominazione degli U-Boot, ad esempio U-Boot-Klasse 212 A. 16 sommergibili, catturati durante la seconda guerra mondiale, furono poi in servizio nella Kriegsmarine come U-Boot…
Il sottomarino è un mezzo navale progettato per operare principalmente in immersione e questa caratteristica lo distingue dal sommergibile di cui costituisce un’evoluzione.
Lo sviluppo del mezzo subacqueo ha avuto impulso a partire dal 1850 in conseguenza dell’interesse militare per le sue potenzialità belliche ed ha portato il sommergibile a divenire un importante strumento della guerra marittima nel XX secolo.
Dalle 200 tonnellate di dislocamento dei sommergibili realizzati nei primi anni di quel secolo si è passati alle 1800 tonnellate (in immersione) dei sottomarini tedeschi U-Boot Tipo XXI del 1944 per arrivare ai moderni sottomarini nucleari lanciamissili balistici che possono superare le 20000 tonnellate ed ospitare equipaggi di oltre 170 persone.
Il progresso tecnologico nell’ingegneria navale ha avuto un ruolo fondamentale nel successo del sottomarino persino superiore a quello rappresentato dallo sviluppo di sistemi d’arma (come il siluro ed i missili a cambiamento d’ambiente) e di sensori (soprattutto il sonar) sempre più efficienti.
U-Boot è il termine tedesco per indicare genericamente sommergibili, ed è l’abbreviazione di Unterseeboot, letteralmente “battello sottomarino”. Il termine è utilizzato nelle altre lingue per indicare i battellisottomarini impiegati durante la prima e la seconda guerra mondiale dalla marina militare tedesca (Kaiserliche Marine e Kriegsmarine). Gli obiettivi delle campagne degli U-Boot in entrambi i conflitti furono i convogli che portavano rifornimenti dagli Stati Uniti e dal Canada in Europa. Il termine U-Boot, seguito da un numero, esempio U-Boot 47 indica uno specifico vascello, mentre U-Boot Tipo II una determinata classe. Gli unici U-Boot che possono essere…