Treni corazzati, differenze

Il convoglio è un insieme di vetture trainate da una locomotiva.

Può essere “armato” nel caso sia un gruppo di vetture atte poi al montaggio di un cannone ferroviario, di “trasporto truppe” o “ospedale” nel caso specifico.

La locomotiva è il rotabile ferroviario munito di motore che viene usato, nel trasporto ferroviario, per il traino di un convoglio (treno o manovra) su un binario ferroviario.

La costruzione delle locomotive a vapore è proseguita senza interruzione fino alla seconda metà del XX secolo, con una continua evoluzione nelle dimensioni, nelle potenza e nel numero di assi fino ad arrivare a delle prestazioni invidiabili anche ai giorni odierni.

Nel 1938 venne stabilito il record di velocità di 202 km/ora per le locomotive a vapore, mentre già nel 1908 venne tentata l’applicazione del motore a turbina ad una macchina a vapore.

La Regia Marina Italiana durante la Grande Guerra attivò una serie di treni armati, equipaggiati con cannoni navali di piccolo e medio calibro per operare sulla linea ferroviaria adriatica.

Un cannone ferroviario è un grosso pezzo d’artiglieria montato su di un apposito vagone ferroviario, e che quindi può venire spostato solo su binari.

L’idea del cannone ferroviario è nata probabilmente dai treni corazzati; da qui ci si è spinti oltre, fino a montare dei veri e propri cannoni sui vagoni ferroviari.

La loro comparsa si deve alla prima guerra mondiale, ma il loro momento di splendore lo hanno avuto durante la seconda guerra mondiale.

Questi particolari vagoni ferroviari avevano però lo svantaggio di una dimensione enorme e di una limitata mobilità da cui ne conseguiva una vulnerabilità agli attacchi.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Treni corazzati, storia

Un treno corazzato anche chiamato treno blindato (in tedesco Panzerzug) è un insieme di vagoni ferroviari, corazzati contro gli attacchi e anche armati con artiglieria e/o mitragliatrici.

I treni armati furono usati principalmente, nella prima metà del XX secolo, nella prima guerra mondiale, nella guerra civile russa, nella guerra civile cinese e durante la seconda guerra mondiale.

Primi esperimenti sui treni blindati furono effettuati durante la guerra civile americana, in un territorio così vasto e selvaggio come quello statunitense, il treno rappresentava un metodo veloce e affidabile per muovere grandi quantità di truppe in poco tempo e con poco preavviso.

I primi convogli armati erano semplici locomotive con carri scoperti al traino, su cui prendevano posto soldati e tiratori protetti da rudimentali barriere.

Questa strategia venne usata sporadicamente anche nella guerra franco-prussiana del (1870– 1871) e nelle guerre boere (1880–1881 e 1899–1902), durante la guerra russo-giapponese del 1904, maggiormente, durante la rivoluzione messicana (1910–1920) e soprattutto durante la rivoluzione russa (1918–1920).

Winston Churchill, all’epoca corrispondente inglese nella seconda guerra boera, fu catturato da un commando Boero mentre viaggiava su un treno blindato, insieme a molti soldati in forza al convoglio.

Durante il primo conflitto mondiale, la Russia vide nei treni corazzati un mezzo potente sia per controllare il proprio vasto territorio che come supporto di artiglieria offensiva.

La nazione attrezzò diversi convogli, che all’epoca rappresentavano lo stato dell’arte del settore.

Alcuni di questi, più leggeri, erano armati con cannoni da 76,2mm, mentre i più pesanti montavano pezzi da 4,2 o addirittura da 6 pollici.

Anche l’impero austro-ungarico si dotò di alcuni treni blindati, usati prevalentemente sul fronte italiano.

La Regia Marina impiegava treni armati per la difesa costiera fin dalla prima guerra mondiale, ma si trattava di convogli non corazzati.

Durante la seconda guerra mondiale furono allestiti diversi treni armati, destinati a servire in Europa orientale e nei Balcani dove esistevano linee ferroviarie in aree scarsamente popolate e soggette ad incursioni partigiane.

Destinati alla protezione delle linee ferroviarie e ai compiti di scorta, viaggiavano spesso in convogli combinati con treni dedicati principalmente al trasporto di truppe e materiali da parte dei tedeschi e dei russi.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Mezzi corazzati, differenze

L’autoblindo è un veicolo ruotato, protetto da blindatura leggera.

Le autoblindo sono i primi veicoli blindati, comparsi sui campi di battaglia, all’inizio del XX secolo.

La loro evoluzione è stata limitata dal movimento su ruote che, se da una parte favoriva la loro mobilità su strada, dall’altra le rendeva nettamente inferiori ai carri armati nel movimento su terreno non preparato.

Il carro armato è un veicolo da combattimento terrestre.

Essi sono veicoli adatti ad ingaggiare scontri in movimento anche su brevi distanze, che si suddividono in carri armati leggeri, medi, pesanti e super pesanti.

Questa tipologia di mezzo militare venne utilizzato in un campo di battaglia per la prima volta nella battaglia della Somme, durante la prima guerra mondiale.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Mezzi corazzati, storia

Un mezzo corazzato o veicolo corazzato (in inglese: armoured vehicle) è quel mezzo militare da combattimento dotato di corazza, ovvero di blindatura, capace di resistere ad attacchi di media intensità, quali proiettili, mine, razzi e generalmente armato con un cannone, mitragliatrici, lanciarazzi o lanciamissili.

Il mezzo corazzato per antonomasia è il carro armato, ma rientrano in questa categoria anche i veicoli di trasporto truppe (VTT/APC), i veicoli da combattimento di fanteria (VCC/IFV), i semoventi d’artiglieria e più in generale tutti gli autoblindo dotati di un certo livello di blindatura.

La corazza è composta da acciaio balistico.

Col passare del tempo e con lo sviluppo delle tecnologie belliche, la corazza ha subito numerosi adeguamenti delle sue caratteristiche tecniche, soprattutto con l’aggiunta di nuove stratificazioni.

I mezzi corazzati si suddividono principalmente in due categorie: da trasporto e da combattimento.

Nati con la prima guerra mondiale, i mezzi corazzati hanno segnato una svolta nella tecnica della guerra del secondo conflitto mondiale.

I primi a capire l’importanza della truppe corazzate nel combattimento sono stati i tedeschi.

La guerra lampo, che ha permesso alle potenze dell’Asse di poter invadere velocemente grandi porzioni di territorio nemico, si basava sull’abbinamento di truppe corazzate, fanteria leggera e aviazione.

La superiorità dei carri tedeschi ha tenuto sotto scacco gli Alleati per i primi anni del conflitto.

Il debutto dei veicoli corazzati avvenne in Francia nel 1916 durante la prima guerra mondiale, ma il pieno sviluppo della Guerra corazzato si è manifestato soprattutto nella seconda guerra mondiale per iniziativa della Wehrmacht tedesca le cui unità blindate (Panzer-Division), dominarono i campi di battaglia nel corso della prima parte del conflitto dimostrando la straordinaria potenza delle tattiche basate sull’impiego decisivo dei carri armati in cooperazione con unità di fanteria motorizzata.

Le truppe corazzate agiscono con mezzi moto meccanizzati cingolati e corazzati o blindati come carri armati, cannoni semoventi, autoblindo.

Le truppe corazzate si distinguono dalle motorizzate perché queste, giunte a contatto del nemico, combattono a piedi, mentre il mezzo blindato o corazzato serve esso stesso per il combattimento.

Tutt’oggi i mezzi corazzati ricoprono un posto fondamentale nell’impiego delle forze armate di tutto il mondo.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Artiglieria, differenze storia

La prima guerra mondiale evidenziò, nel suo corso, la predominanza dell’artiglieria sulle altre armi degli eserciti.

La particolarità della guerra di posizione portò allo sviluppo e all’impiego in massa di bombarde e lanciabombe, che, grazie alla traiettoria curva di lancio dei proietti, erano in grado di effettuare il tiro indiretto, colpendo l’obiettivo dall’alto.

Mentre nelle guerre precedenti, in particolare la guerra franco-prussiana del 1870, l’artiglieria campale era rimasta padrona del campo relegando i grandi calibri all’assedio di postazioni fortificate, nella prima guerra mondiale, la necessità del tiro indiretto e la staticità della linea del fronte permisero l’utilizzo in battaglia di numerose bocche da fuoco di grande calibro tra cannoni, obici e mortai.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Artiglieria, differenze proiettile

Il cartoccio è il contenitore della polvere della carica di lancio.

Quando la carica di lancio è contenuta in un bossolo, di ottone, acciaio, rame o alluminio, al quale è fissato in maniera permanente al proiettile, si parla di cartoccio proietto.

Lo shrapnel è un tipo di proiettile per artiglieria, derivante il suo nome dall’inventore, il tenente britannico Henry Shrapnel, che lo mise a punto nel 1784, è cavo e riempito di sfere di piombo o, in economia di guerra, di acciaio, e munito di una carica di scoppio collegata ad una spoletta a tempo.

Il proiettile HE era ad alto potere esplosivo.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Artiglieria, differenze

Caratteristica distintiva dell’obice rispetto al cannone è la capacità di effettuare tiri sia con il primo arco che con il secondo, allorché il cannone è progettato per tirare solo lungo il primo arco.

Invece il mortaio di norma spara solo nel secondo arco.

In conseguenza di un utilizzo prevalente con il secondo arco, e quindi con velocità alla bocca minori, gli obici morfologicamente hanno una lunghezza relativa della canna (lunghezza assoluta/calibro) inferiore rispetto ai cannoni.

Una bomba è un’arma studiata per esplodere e creare più danni e vittime possibili in modo più o meno mirato con la forza distruttiva della deflagrazione.

La granata è un proiettile o un tipo di bomba che contiene esplosivo o altre materie studiate per colpire ed eliminare un bersaglio.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Artiglieria, storia

L’artiglieria è l’insieme delle armi da fuoco e delle bocche di fuoco progettate originariamente per gli assedi e per l’armamento navale.

Il termine deriverebbe dal latino ars tollendi o ars telorum, cioè l’arte di lanciare dardi.

Nei documenti in latino medioevale si trovano le parole arteleria, artelera ed altre voci della stessa forma; tuttavia gli storici continuerebbero ad usare il termine artiglieria anche per indicare le armi da lancio precedenti l’introduzione della polvere da sparo (baliste, catapulte, briccole e simili).

L’artiglieria si divide in ‘leggera’, ‘media’ e ‘pesante’ in base al calibro e trasporto dell’arma da fuoco.

Sono armi generalmente poco manovrabili, escludendo la leggera, ma molto potenti e vennero ampiamente utilizzate sia nelle battaglie terrestri contro la fanteria pesante sia negli assedi contro mura e fortificazioni.

Esse sono caratterizzate da una bocca da fuoco montata su affusto, in grado di sparare proiettili anche di grandi dimensioni a notevoli distanze, impiegando una carica esplosiva come elemento generante la propulsione.

Oltre alla divisione per ‘peso’ esistono altre forme di suddivisione dell’artiglieria, artiglieria terrestre da terra contro obiettivi terrestri, artiglieria navale da bordo di natanti contro obiettivi navali o terrestri, artiglieria costiera da terra contro obiettivi navali, artiglieria contraerea da terra o da natanti contro obiettivi aerei e l’artiglieria controcarri da terra anticarro.

L’artiglieria terrestre è l’insieme delle armi di artiglieria progettate per l’utilizzo a terra.

Una artiglieria navale è montata su una nave da guerra.

Originariamente utilizzata solo per la guerra navale, in seguito fu usata anche per il bombardamento a terra e per uso antiaereo.

L’artiglieria costiera o artiglieria da costa comprende le artiglierie utilizzate per difendere un tratto di costa dagli attacchi provenienti da flotte nemiche.

Attualmente l’artiglieria costiera non ha più nessun ruolo.

L’artiglieria contraerea si è sviluppata nelle forze armate mondiali a partire dalla prima guerra mondiale, raggiungendo la sua maturità nel corso della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi.

L’artiglieria controcarri, intesa come uso dei cannoni nel ruolo anticarro, si è sviluppata insieme ai carri armati per tutta la seconda guerra mondiale.

Successivamente ha perso progressivamente di importanza a favore delle armi (individuali o di reparto) controcarro.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Bombe e granate, storia

All’inizio del Primo Conflitto Mondiale anche in fatto di granate e ordigni esplosivi da lancio la Germania si rivelò più avanzata delle altre potenze internazionali, nel 1914 poteva già disporre di circa 70.000 pezzi affiancati da 106.000 appositamente realizzati per essere innestati e lanciati con il fucile.

Contrariamente a quanto si pensa ai giorni nostri, l’arma impiegata maggiormente per gli assalti alle trincee era proprio la granata o la bomba a mano, e non la baionetta o il fucile.

Questi ultimi servivano quasi esclusivamente a proteggere i “granatieri”, almeno nelle prime fasi dell’attacco.

In seguito all’introduzione dei suddetti ordigni da lancio, vennero subito costituite pattuglie di “granatieri” e gruppi di truppe addestrate proprio al lancio di ordigni esplosivi, che costituirono un’importante e insostituibile parte dell’esercito di ciascuna nazione partecipante al conflitto.

Dopo circa un anno di guerra, la produzione di granate inglesi toccò le 250.000 unità confezionate settimanalmente! Fino ad allora i “Tommies” inglesi cercano di far fronte alla limitata produzione improvvisando granate artigianali, realizzate impiegando le lattine di marmellata di prugne e della terribile carne “Maconochie” che faceva parte delle razioni di cibo standard.

Tale espediente continuò tuttavia fino al termine del 1916 su tutti i fronti internazionali ove le truppe inglesi si trovarono a combattere, evidentemente la produzione industriale di granate avrebbe dovuto continuare a crescere in modo esponenziale.

Qualsiasi granata, sia da lancio a mano o con il fucile, poteva esplodere in due modi differenti: in seguito all’impatto (percussione) o con una miccia temporizzata.

I soldati preferivano quest’ultimo tipo, soprattutto per evitare il terribile rischio di detonazione involontaria in seguito a qualsiasi tipo di impatto.

Dopo i primi tentativi con una rudimentale miccia (da accendere proprio come quella di un normale candelotto di dinamite), si preferì dotare le granate di una spoletta.

Altri due tipi di granate potevano essere innescati staccandone l’impugnatura o sfregandole contro una superficie ruvida, proprio come un cerino.

Ma mentre le granate da lancio con il fucile vennero quasi subito abbandonate dall’esercito tedesco, i francesi e i britannici riuscirono a svilupparne una versione finalmente affidabile e capace di una gittata di ben 400 metri.

Le “Cup Grenades” furono riscoperte dalla Germania Guglielmina.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Fucili e mitragliatori, storia

Armi lunghe: sono quelle armi leggere dedicate ai tiri su lunghe distanze, hanno la canna lunga e vengono imbracciate utilizzando entrambe le mani e quasi sempre sfruttando l’appoggio alla spalla per reggerle durante il puntamento e lo sparo.

Ne sono tipici rappresentanti i fucili, le carabine, i moschetti ed alcuni mitragliatori, anche se queste ultime utilizzano spesso un appoggio di sostegno a bipiede o a treppiede per mantenere la stabilità dell’arma durante gli spari a raffica.

Le armi lunghe vengono impiegate nell’esercizio della caccia, quale armamento individuale in guerra e per uso ludico-sportivo in attività di tiro a segno.

All’inizio del XIX secolo furono inventate le prime armi a ripetizione, in seguito, con il passaggio alle armi a retrocarica, si ebbe un ulteriore sviluppo con l’adozione del sistema di accensione “a percussore lanciato” reso possibile dalla nascita della cartuccia, racchiusa all’interno di un involucro detto bossolo.

Tra i primi esempi di tali armi si può ricordare il fucile Chassepot con percussore ad ago e cartucce di carta con innesco situato direttamente a contatto della parte posteriore della palla.

Da segnalare anche nella seconda metà del XIX secolo i fucili ad azionamento a leva e la mitragliatrice Gatling, una delle prime armi a ripetizione ad avere un certo utilizzo in un conflitto, in tal caso nella guerra civile americana.

Ad oggi la carica, l’innesco e il proiettile sono contenuti in un bossolo metallico e l’insieme costituisce la cartuccia, mentre l’arma provvede (dopo essere stata caricata ed avendo alloggiata una munizione nella “camera di cartuccia” all’interno della canna) a percuotere l’innesco tramite un percussore (a sua volta azionato o meno da un “cane”), che vi si abbatte sopra come un martello.

Il fatto che l’intera munizione sia diventato un unico oggetto, ha permesso anche lo sviluppo di sistemi di alimentazione, di scatto e di gestione della ripetizione del colpo che hanno portato a produrre armi da fuoco automatiche con cadenze di tiro di parecchie centinaia di colpi al minuto; le armi automatiche con maggiore cadenza di tiro attualmente in uso discendono dal cannone M61 Vulcan sono munite di un affusto con più canne rotanti: ad esempio, l’arma principale dell’aereo anticarro A-10 Thunderbolt II è un cannoncino a 7 canne rotanti in grado di sparare 4000 colpi (esplosivi o perforanti in uranio impoverito) da 30 mm ciascuna al minuto.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra