Il Deutsches Heer conosciuto anche con il nome di Reichsheer (esercito nazionale), kaiserliches Heer (esercito imperiale) o Kaiserreichsheer (esercito dell’impero tedesco), fu l’insieme delle forze militari tedesche di terra operative tra il 1871 e il 1919, coincidenti con la nascita e la caduta dell’Impero tedesco. Fu creato ufficialmente il 29 luglio 1871 con il decreto Ordnung für Kriegsbundes Armee in Deutschland, emanato per ordine del cancelliere Otto von Bismarck. L’esercito tedesco combatté soprattutto durante la prima guerra mondiale, dimostrando disciplina, coesione e tenacia, riuscendo a resistere per quattro anni contro la superiore potenza numerica e materiale delle nazioni dell’Intesa. Le truppe furono in grado di combattere sul suolo nemico fino all’armistizio dell’11 novembre 1918 e rientrarono ordinatamente in patria dove furono accolte con gratitudine dai capi della nuova Germania repubblicana seguita alla caduta di Guglielmo II. L’esercito fu sciolto al termine della guerra e sostituito, secondo le clausole del Trattato di Versailles, dalla nuova Reichswehr. Il primo (ed ultimo) vero impiego del KDA fu nella guerra del 1914 – 1918, nel corso della quale l’esercito tedesco fu sempre il punto di forza principale della coalizione guidata dagli Imperi Centrali, ottenendo numerosi successi su tutti i fronti su cui fu impiegato e prestando aiuto con propri reparti ai suoi alleati. La capacità e la resistenza mostrata dalle truppe tedesche durante la Prima guerra mondiale, ha ricevuto riconoscimenti durante la guerra dagli stessi avversari e, dopo la guerra, dalla maggior parte degli storici e dagli specialisti; Basil Liddell Hart scrive, riguardo al comportamento dell’esercito tedesco in guerra, di “incomparabili doti di resistenza e di abilità” e di “impresa davvero epica, sia sotto l’aspetto militare che sotto quello umano”. L’esercito tedesco effettivamente riuscì per quattro anni a resistere alla grandi offensive alleate sul Fronte occidentale, sconfisse la Russia sul fronte orientale, e contribuì alle operazioni vittoriose contro Serbia, Romania e Italia. Nel 1918 peraltro le truppe tedesche diedero infine segno di cedimento del morale e di minore coesione, dopo il fallimento delle offensive di primavera, e la controffensiva alleata rinforzata dal continuo afflusso delle truppe americane, inesperte ma fresche e combattive. Negli ultimi mesi della guerra quindi l’esercito tedesco si trovò sull’orlo della sconfitta militare completa che fu evitata con la conclusione dell’armistizio mentre le truppe si trovavano ancora sul territorio franco-belga e continuavano ad opporre forte resistenza agli eserciti alleati. Le terribili perdite subite dalle forze armate tedesche furono inferiori solo a quelle subite dall’Impero russo (9.150.000 vittime), e ammontarono a 1.773.700 morti, 4.216.058 feriti e 1.152.800 tra prigionieri e dispersi, per un totale di 7.142.558 perdite.
13.250.000 uomini mobilitati
Libri: Il fuoco del primo conflitto
uomini mobilitati 13.250.000
morti 1.808.546
feriti 4.247.143
perdite totali 7.208.489 (66%)