L’immagine di un catalogo per la vendita di armi di Washington, dagli americani Winchester, Garands e Johnson allo spagnolo Tigre, l’italianissimo M91 e gli altri di cui, la maggior parte, residuati della prima guerra mondiale.
Ordine di fucilazione
Il triste ordine di fucilazione alla schiena del 16 novembre 1917 del Maggiore Generale Ispettore A. Graziani di:
- 12 soldati per violenze in case abitate
- 3 borghesi per saccheggio
- 1 soldato per saccheggio ed uso di divisa da ufficiale con abuso del grado
- 5 soldati per saccheggio e scassinamento
Posizione del tiratore
In trincea per tiratori in ginocchio, in trincea per tiratori seduti e come scavare la trincea per tiratori in piedi su una falda molto inclinata.
Allegato n2, Tav. V., scala 1:50, Fig. 7, Fig. 8 e Fig. 8.
Sipe
La bomba a mano tipo SIPE fu una bomba a mano italiana prodotta dalla Società italiana prodotti esplodenti (SIPE) di Milano ed impiegata dal Regio Esercito durante la prima guerra mondiale. Adottata nel 1915, è la bomba più famosa della Grande Guerra, citata anche da Emilio Lussu nel capolavoro Un anno sull’Altipiano. Rimase in servizio ben oltre la grande guerra, trovando addirittura impiego nei primi anni della seconda guerra mondiale.
La SIPE è una bomba a mano difensiva a frammentazione. Il corpo della bomba ha forma ovalare ed è realizzato in ghisa per fusione in conchiglia. L’involucro, le cui dimensioni variano a seconda della fonderia, è a frattura prestabilita, mentre il bocchino è lavorato e filettato. Sulla filettatura si avvita l’accenditore in ottone, ma anche in piombo o in zamak. Detto accenditore è costituito da un tappo filettato con un cannello centrale; nel cannello si inserisce la miccia, che verso l’esterno termina nella capocchia fosforosa d’innesco, mentre verso l’interno è collegata ad un detonatore, annegato nella carica esplosiva. La capocchia è protetta da un tappino nello stesso materiale dell’accenditore, al quale è avvitato. La carica è costituita da 70 grammi di polvere nera o 65 grammi di siperite.
Per l’innesco dell’ordigno, dopo aver svitato il tappino di protezione, si sfregava la capocchia contro l’apposito accenditore o, in caso di forte umidità, si accendeva direttamente da fiamma libera o da un sigaro. La miccia aveva una durata di 7 secondi circa, tempo che permetteva il lancio in sicurezza a circa 35-40 metri di distanza. Il raggio di azione era di 35 metri circa.
Da: Wikipedia
Leggi anche: Sipe- Il fuoco del primo conflitto – TERRA
Il saluto militare
E’ il segno della nostra comunione nella disciplina: come il segno della croce nella comunione della fede. Non esiste un saluto del superiore e uno dell’inferiore: ma il saluto militare uguale per tutti come il dovere di ubbidire.
Perciò
Non è dovuto soltanto al superiore che si conosce o al superiore della propria arma o al superiore di molti gradi. Militari, ci conosciamo tutti nella comunione della disciplina. Militari, ogni arma ha comune colle altre la stessa disciplina. Militari, la disciplina del caposquadra è uguale a quella del generale.
Perciò
E’ dovuto da ogni inferiore a ogni superiore, ma anche da ogni superiore a ogni inferiore: il saluto dell’inferiore è offerta di ubbedienza e domanda di direzione: il saluto del superiore è accettazione di ubbedienza e promessa di direzione.
IL SALUTO MILITARE
Non è un gesto sbadato della mano ma uno scatto dell’anima e della volontà che raddrizzano il corpo più stanco e lo dominano verso un fine superiore.
Film sulla grande guerra
Molti registi hanno diretto film sulla prima guerra mondiale; spesso i soggetti sono stati tratti da romanzi, come per Addio alle armi di Ernest Hemingway, che ha dato origine a due film, o Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque da cui è stato sviluppato All’ovest niente di nuovo. Altri hanno una sceneggiatura originale come La Grande Guerra di Monicelli, che sfrondando gli avvenimenti della retorica fascista che la dipingeva come una “guerra eroica”, finì per essere censurato e vietato ai minori alla sua uscita.
Alcuni si riferiscono ad episodi realmente accaduti, come Il sergente York e Il battaglione perduto, altri a fatti inventati e ambientati nel periodo storico, anche se con attente ricostruzioni di ambientazioni e riferimenti ai fatti generali, come Porca vacca. Le sceneggiature si sono evolute col tempo e col variare della sensibilità storica, mentre gli effetti speciali hanno sostituito le scene pericolose girate dal vivo, che in film come La caduta delle aquile del 1966 (in lingua originale The Blue Max) provocarono incidenti e morti tra gli stuntmen.
Da: Wikipedia
Paul von Hindenburg
IL PROTAGONISTA DEL LIBRO
Se stesso.
L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO
Paul Ludwig Hans Anton von Beneckendorff und von Hindenburg.
Figura importante della prima guerra mondiale, esercitò il comando supremo dell’esercito tedesco sul fronte orientale, ottenendo notevoli vittorie contro i russi.
Dal 1916, promosso feldmaresciallo, assunse la guida militare di tutte le forze del Reich, dirigendo, in collaborazione con il suo abile capo di Stato Maggiore generale Erich Ludendorff, lo sforzo bellico tedesco fino alla fine della guerra nel novembre 1918.
fonte: wikipedia
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Matthias Erzberger
IL PROTAGONISTA DEL LIBRO
Se stesso.
L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO
Matthias Erzberger.
Come leader della maggioranza del nuovo Reichstag (composta da Centristi, Democratici Sociali e Partito Progressista del Popolo), puntò a una riforma costituzionale e democratica in Germania.
In occasione dell’approvazione del Trattato di Brest-Litovsk (1918), Erzberger fece inserire una risoluzione che prevedeva la possibilità dell’autodeterminazione da parte dei paesi dell’Europa orientale.
Anche durante la guerra, nel suo libro Der Völkerbund (1918), sostenne l’idea di una Lega delle Nazioni.
Erzberger capeggiò la deputazione tedesca alla Commissione d’armistizio di Compiègne che firmò l’11 novembre 1918.
fonte: wikipedia
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Ugo Ojetti
IL PROTAGONISTA DEL LIBRO
Se stesso.
L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO
Ugo Ojetti.
Partecipa come volontario alla prima guerra mondiale.
All’inizio della guerra riceve l’incarico specifico di proteggere dai bombardamenti aerei le opere d’arte di Venezia.
Nel marzo 1918 fu nominato “Regio Commissario per la propaganda sul nemico”.
Fu incaricato di scrivere il testo del volantino che fu lanciato il 9 agosto, dai cieli di Vienna dalla squadriglia comandata da Gabriele D’Annunzio.
fonte: wikipedia
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Giuseppe Brezzi
IL PROTAGONISTA DEL LIBRO
Se stesso.
L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO
Giuseppe Mario Paolo Francesco Alberto Brezzi.
Nel 1917 la sua competenza tecnica viene destinata ai cantieri aeronautici Ansaldo di Genova, dove dirige la costruzione degli aerei S.V.A..
L’anno successivo fu compito suo ad adattare uno S.V.A. per permettere a Gabriele d’Annunzio il volo su Vienna.
Nel 1919, allo scopo di risollevare le sorti dell’industria aeronautica italiana post-bellica, compie un volo di circa 9.000 km nelle capitali di tutta Europa ed oltre con il primo Ansaldo A.300, un monomotore biplano di sua esclusiva progettazione, ideato per scopi militari ma prodotto in seguito per l’uso commerciale.
fonte: wikipedia
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