S:1 – Ep.30
Silvestro I° è una persona qualunque.
Silvestro I° è stato il 33º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 314 fino alla sua morte che è avvenuta il 31 dicembre del 335 a Roma e dalla quale prese il nome anche la notte di capodanno chiamata anche “notte di San Silvestro”.
La fine dell’anno porta a bilanci e come poteva mancare il nostro?
Abbiamo raccontato le storie di 34 persone (e animali) qualunque quest’anno e ci siamo chiesti, giunti alla fine del nostro primo anno di podcast, dov’erano le persone qualunque nella notte di capodanno di 110 anni fa?
Luisa Zeni, praticamente l’unica agente segreto donna del regio esercito, aveva passato il confine e si stava unendo al gruppo di irredentisti trentini che, poco prima dello scoppiare della prima guerra mondiale, si diressero a Milano per evitare di entrare in guerra con l’esercito austriaco, si sentivano italiani e volevano aiutare la loro nazione.
Raffaele Paolucci si era congedato da poco dall’esercito ed era in attesa di occupazione mentre Raffaele Rossetti nell’esercito c’era ancora, imbarcato sulla nave officina Vulcano, dovevano passare ancora 4 anni prima di conoscersi e portare a termine l’impresa di Pola e l’affondamento della Viribus Unitis grazie alla “mignatta” portata a nuoto nel porto nemico di Pola.
Andrea Giuliani, padre Reginaldo per intenderci, insegnava teologia e ancora non conosceva gli arditi di cui, poi, ne divenne la guida spirituale seguendoli costantemente in prima linea, attraversando più volte il Piave assieme a loro e incitandoli alla battaglia, sostenendoli nei momenti più difficili della grande guerra.
Antonio Cantore, il primo ufficiale italiano abbattuto in circostanze misteriose durante la prima guerra mondiale, era da poco tornato dalla Libia e fu posto al comando della brigata Pinerolo, il colpo che ricevette in mezzo alla fronte doveva ancora essere caricato.
Harry Houdini collaborava già come spia con l’ufficio di Scotland Yard diretto da Melville alla ricerca di spie tedesche, avevano da poco smascherato il barbiere di Karl Gustav Ernst come il centro di una rete di spie germaniche in una nazione già coinvolta nel primo conflitto mondiale.
Cosma Manera, il carabiniere padre degli irridenti, colui che girò il mondo alla fine della prima guerra mondiale per recuperare quegli uomini che nessuno più voleva, uomini che avevano combattuto e perso la prima guerra come austriaci e ungheresi e che poi divennero acquisiti italiani, a capodanno 1914 si trovava in Russia per la sua prima missione alla Corte Imperiale dello zar, gli irridenti non esistevano ancora.
Cher Ami, il piccione viaggiatore americano decorato al termine del primo conflitto, a capodanno 1914 beccava tranquilla all’interno della sua gabbietta, gli stati uniti non erano ancora entrati nel conflitto e la sua vita era semplice, qualche volo di addestramento e del becchime come premio.
Henry Tandey, colui che NON sparò (forse) ad Adolf Hithler quando ne ebbe l’occasione nel 1918, aveva appena preso parte alla prima battaglia di Ypres dove fu ferito a una gamba durante la battaglia della Somme ed era ricoverato per le cure del caso.
Albert Niemann era morto da oltre 50 anni ma la sua scoperta chimica, il fosgene, il gas mostarda che avrebbe poi intossicato 1.176.500 militari durante la prima guerra mondiale e ne avrebbe uccisi 85.000, era in produzione, per essere utilizzata poco dopo sui vari fronti.
Tito Zaniboni, il primo attentatore alla vita del presidente del consiglio del 1925, Benito Mussolini, a capodanno 1914 aveva aderito al Partito Socialista Italiano, nel quale militò nella corrente riformista, ed era consigliere provinciale di Volta Mantovana.
Violet Gibson, autrice del secondo attentato al Duce, era stata presentata come debuttante a corte durante il regno della regina Vittoria ma ne aveva rifiutato gli ideali, la religione e lo stile di vita diventando pacifista e venendo schedata da Scotland Yard.
Gino Lucetti, il terzo attentatore alla vita di Mussolini, il 31 dicembre 1914 lavorava ancora nelle terre di Avenza, di proprietà della madre Adele Crudeli, e militava nell’organizzazione giovanile del Partito Repubblicano.
Anteo Zamboni, il presunto ultimo attentatore o colui che fu linciato dalle camicie nere definendolo tale, l’ultimo giorno dell’anno del 1914 aveva solamente 3 anni e pochi altri gli lasciarono prima di ucciderlo barbaramente.
Anthony Sayer era deceduto qualche secolo prima di quel capodanno che portò poi l’Italia nel primo conflitto mondiale ma la sua creazione aveva già tessuto parecchi legami nel mondo con il nome con cui viene chiamata ancora oggi: massoneria.
Aurelio Baruzzi lavorava in una banca locale in provincia di Ravenna ma non sopportava più il suo lavoro e così due mesi più tardi si arruolò volontario nel Regio esercito come allievo sergente del 41º Reggimento fanteria, col quale entrò nella prima guerra mondiale il seguente 24 maggio e trasformandolo in un eroe.
Ernest Hemingway aveva 15 anni ed era iscritto alla “Municipal High School” dove ebbe la fortuna di incontrare due insegnanti che, avendo notato l’attitudine del ragazzo per la letteratura, lo incoraggiarono già ad iniziare a scrivere.
Remo Pontecorvo, il creatore dei caimani del Piave, era già nell’esercito ed era in missione in Libia ma nell’estate del 1914 le condizioni di sicurezza nei territori della Tripolitania si aggravarono rendendo difficoltosi i rifornimenti con la costa, mentre lo scoppio della prima guerra mondiale non consentì di proseguire in ulteriori azioni belliche, le riserve vennero così dirottate sul fronte aperto contro l’Austria-Ungheria.
Walt Disney aveva 13 anni e stava ancora frequentando la scuola, il resto del tempo lo impiegava lavorarono nel tempo libero nell’impresa paterna di distribuzione di giornali per contribuire alle spese della famiglia.
Margaretha Zelle, si faceva già chiamare Mata Hari e l’ultimo giorno dell’anno del 1914 si trovava a Parigi e si esibiva in case esclusive di aristocratici e finanzieri e in spettacoli nei locali prestigiosi, apparendo vestita con sottili veli traslucidi dei quali si spogliava uno dopo l’altro durante l’esibizione, ma non era ancora una spia doppiogiochista.
Emmy, Oscar e Blackie, i gatti di bordo di varie navi degli anni antecedenti e postumi la prima guerra mondiale, non si sa dove fossero, Oscar e Blackie probabilmente dovevano ancora nascere ed Emmy era scampata da qualche mese all’affondamento della RMS Empress of Ireland.
Giuseppe Aonzo, uno di quegli eroi che affondarono la Szent István nell’impresa di Premuda nel 1918, a capodanno di 4 anni prima lavorava nella marina mercantile civile e, grazie alla sua competenza e passione, dedizione e caparbietà, divenne capitano di lungo corso.
Maria Plozner Mentil stava trascorrendo l’ultima notte dell’anno assieme al marito Giuseppe e i suoi 4 figli a Timau e non sapeva che sarebbe diventata una portatrice carnica l’anno successivo e, soprattutto, non sapeva che sarebbe stata colpita da un cecchino austroungarico 14 mesi più tardi.
Henri Landru, il serial killer francese, doveva ancora iniziare ad uccidere ma aveva già iniziato a truffare e si trovava in carcere proprio per quello, fu lì che gli venne l’idea di agganciare donne in cerca di marito, sposarle ed ucciderle per ereditarne gli averi e facendosi attribuire il soprannome di Barbalù.
Bela Kiss, il serial killer ungherese invece ad uccidere aveva già iniziato da un po’ e anche parecchio, aveva già fatto a pezzi e messo dentro a dei bidoni la moglie e l’amante e parecchie donne della zona, la polizia non l’aveva ancora identificato ma lui era stato richiamato alle armi e si trovava al fronte da dove fece poi perdere le sue tracce.
Vasilij Komarov, l’omicida seriale russo, il lupo di Mosca, doveva ancora iniziare la sua lunga serie di omicidi, era già un alcolizzato, era uscito dal carcere dopo aver scontato la pena per rapina ad un magazzino ed aveva perso la prima moglie di colera ma si era risposato.
Carl Großmann, Fritz Haarmann e Karl Denke, i tre serial killer tedeschi soprannominati “i macellai” per come riducevano le proprie vittime, si trovavano nella Germania già impiegata nella prima guerra mondiale, ma non sotto le armi.
Großmann, dopo essere uscito dal carcere l’anno prima per crimini sessuali, si trasferì in un piccolo appartamento in un povero e malfamato quartiere di Berlino dove iniziò a portare a casa prostitute per poi ucciderle, farle a pezzi e cucinarle, utilizzando poi la carne per farcire panini da vendere alla stazione.
Forse stava facendo proprio questo il 31 dicembre 1914 mentre Haarmann lottava per tenere nascosto l’istinto dell’omicida sessuale seriale che, però, qualche anno dopo uscì comunque iniziando ad uccidere prostituti mordendoli al collo durante l’atto.
Denke in quel periodo era ancora soprannominato “padre Denke”, non era un prelato ma un uomo mosso da carità cristiana che accoglieva senza tetto e li accudiva nella propria casa.
oi iniziò ad ucciderli e farli a pezzi.
Luigi Rizzo a capodanno era sottotenente di vascello di complemento della riserva navale.
Dovette aspettare l’inizio della prima guerra mondiale per portare a termine una lunga serie di incursioni a bordo dei Mas tra cui ci fu anche la d’annunziana beffa di Buccari.
Andrea Lostia aveva già fatto tanto il 31 dicembre 1914, aveva guidato la rivolta dei sardi contro il proprio reggimento, era stato carcerato e liberato per questo e aveva già insinuato nella mente di alcuni ufficiali italiani l’idea di creare un intero reggimento di sardi che diventò poi, l’anno successivo, la brigata Sassari.
Bruce Bairnsfather era al fronte sulle fiandre ed era passata solamente una settimana dall’aver assistito all’evento pacifista non organizzato che coinvolse 100.000 militari dei vari eserciti che ancora oggi viene ricordata come “la tregua di natale”.
Buon anno a tutti i nostri fedeli appassionati e se volete ancora ascoltare storie di pagliacci, attori, soldati e politici del periodo pre e post bellico della grande guerra ci rivediamo martedì prossimo dove vi racconterò di Turati e della befana fascista nella seconda stagione di “una persona qualunque”.
Ma questa è un’altra storia.
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