Tullio Marchetti

IL PROTAGONISTA DEL LIBRO

Se stesso.

L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO

Tullio Marchetti

Tullio Marchetti.

Incaricato dal generale Carlo Porro, capo dell’Ufficio Monografie dello Stato Maggiore, di compiere uno studio sul Trentino affida il lavoro a Cesare Battisti.

Nel 1913-1914 Marchetti è al comando della 53ª compagnia del battaglione Vestone in Libia.

Nel corso della Prima guerra mondiale è invece Capo dell’Ufficio Informazioni (ITO) della 1ª Armata a Verona e rende importanti servizi al Comando Supremo.

Colonnello nel 1917, lasciò il servizio permanente effettivo, poco dopo la guerra nel 1919.

Fu promosso Generale di brigata nel 1926 e, successivamente, Generale di divisione nella riserva.

Ha lasciato importante materiale archivistico ed un fondo al Museo storico italiano della guerra di Rovereto.

fonte: wikipedia

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Rosolino Poggi

IL PROTAGONISTA DEL LIBRO

Se stesso.

L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO

Rosolino Poggi.

Consegue nel 1888 la nomina a sottotenente dei bersaglieri.

Frequenta la Scuola di Guerra ed è trasferito nel corpo di stato maggiore dove, tra l’altro, regge la direzione dell’Ufficio I dall’ottobre 1912.

Promosso maggiore generale comanda le brigate Palermo, Reggio e Massa Carrara.

Dal 1917 è promosso tenente generale ed è posto al comando della 68ª divisione.

Dopo la guerra è collocato in ausiliaria.

fonte: wikipedia

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Luigi Cadorna

IL PROTAGONISTA DEL LIBRO

Se stesso.

L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO

Luigi Cadorna

Luigi Cadorna

E’ stato un generale e politico italiano.

Figlio del generale Raffaele Cadorna, divenne capo di Stato maggiore generale nel 1914 dopo l’improvvisa morte del generale Alberto Pollio e diresse le operazioni del Regio Esercito nella prima guerra mondiale dall’entrata dell’Italia nel conflitto, il 24 maggio 1915, alla disfatta di Caporetto.

Fra le accuse che più gli sono state rivolte è il disprezzo per la vita dei soldati, che parlano di disciplina brutale, punizioni eccessive e gestione degli uomini inadeguata.

A tal proposito, sono note le circolari di Cadorna scritte per invitare i tribunali militari a non “perdere tempo in laboriose interpretazioni di diritto”, e per spronare gli ufficiali a estendere la prassi delle fucilazioni sommarie e delle decimazioni.

fonte: wikipedia

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Armando Diaz

IL PROTAGONISTA DEL LIBRO

Se stesso.

L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO

Armando Diaz

Armando Diaz

E’ stato un generale italiano, capo di stato maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale.

Creato Duca della Vittoria alla fine del conflitto, sarà poi ministro della guerra e maresciallo d’Italia.

Nell’autunno del 1918 guidò alla vittoria le truppe italiane, iniziando l’offensiva il 24 ottobre, con lo scontro tra 58 divisioni (51 italiane, 3 britanniche, 2 francesi, 1 cecoslovacca, 1 reggimento statunitense) contro 73 austriache.

Il piano non prevedeva attacchi frontali, ma un colpo concentrato su un unico punto – Vittorio Veneto – per spezzare il fronte nemico.

Nella notte tra il 28 e 29 ottobre, Diaz passò all’attacco, con teste di ponte isolate che avanzavano lungo il centro del fronte, facendo allargare le ali per coprire l’avanzata.

Il fronte dell’esercito austro-ungarico si spezzò, innescando una reazione a catena ingovernabile.

Il 30 ottobre l’esercito italiano arrivò a Vittorio Veneto, mentre altre armate passarono il Piave e avanzarono, arrivando a Trento il 3 novembre.

Il 4 novembre 1918 l’Austria-Ungheria capitolò, e per la storica occasione Diaz stilò il famoso Bollettino della Vittoria, in cui comunicava la rotta dell’esercito nemico ed il successo italiano.

fonte: wikipedia

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Gheneral Arnold Keller

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Alto ufficiale teutonico, militare duro e intransigente, esperto di tattica e strategia è un diffidente appartenente ad un esercito, che a breve, sarà nemico di quello italiano.

L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO

Konrad Krafft

Konrad Krafft von Dellmensingen

E’ stato un generale tedesco di origini bavaresi, che prestò servizio in qualità di generale e capo di stato maggiore nei principali fronti di battaglia della prima guerra mondiale.

Si distinse per capacità e preparazione al comando dell’Alpenkorps tedesco in Italia, e per aver assunto un ruolo determinante nell’organizzazione tattica della battaglia di Caporetto contro l’esercito italiano, tanto da essere definito dallo storico Gianni Pieropan; «l’autentico deus ex machina della 12ª battaglia dell’Isonzo».

Krafft von Dellmensingen si ritirò dal servizio attivo nel dicembre 1918, e intraprese una carriera politica con lo scopo di appoggiare una restaurazione monarchica in Baviera.

Si ritirò però ben presto a vita privata, dedicandosi agli studi sulla storia delle unità bavaresi impegnate nel primo conflitto mondiale.

Nel 1937 il regime nazista dedicherà a Krafft una caserma militare nella località di Garmisch-Partenkirchen, la “Krafft von Dellmensingen Kaserne”, che con la fine della seconda guerra mondiale verrà occupata dalle truppe statunitensi e che nel 1993 diverrà la sede del “George C. Marshall European Center for Security Studies”.

Il generale Krafft von Dellmensingen morì nella sua Baviera nel 1953, a 91 anni di età.

fonte: wikipedia

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