L’Esercito imperiale giapponese (kyūjitai: 大日本帝國陸軍, shinjitai: 大日本帝国陸軍, rōmaji: Dai-Nippon Teikoku Rikugun, lett. “Esercito dell’Impero del Grande Giappone”) ha costituito la forza di terra del dell’Impero giapponese dal 1867 fino al 1945, anno della sconfitta nella seconda guerra mondiale. Incorporò anche una propria branca aerea, in quanto non esisteva un’aviazione come forza armata indipendente. L’Impero giapponese entrò in guerra nella Triplice intesa. Anche se furono fatti dei piani per inviare una forza di spedizione di 100 000 – 500 000 uomini in Francia, alla fine l’unica azione in cui il Giappone fu coinvolto fu l’attentamente pianificato e ben eseguito assedio di Tsingtao, una concessione tedesca in Asia, nel 1914.
La Marina imperiale giapponese (kyūjitai: 大日本帝國海軍, shinjitai: 大日本帝国海軍, rōmaji: Dai-Nippon Teikoku Kaigun, o 日本海軍 Nippon Kaigun, lett. “Marina dell’impero del Grande Giappone”) fu l’apparato militare navale dell’Impero giapponese dal 1869 fino al 1947, quando venne disciolta formalmente in seguito alla rinuncia del Giappone all’uso della forza come mezzo per la risoluzione di dispute internazionali. Negli anni venti fu la terza più grande marina militare del mondo dopo la statunitense U.S. Navy e la britannica Royal Navy. A causa della natura insulare del Giappone, fu anche la più importante e significativa arma delle sue forze militari, tenendo anche presente che l’aviazione non esisteva come forza armata indipendente, ma esercito e marina avevano ognuno una propria aviazione; la sua importanza derivava dal fatto che dal mare doveva necessariamente provenire ogni offesa al territorio nazionale, così come ogni materia prima per l’industria considerata la scarsità di risorse naturali sul territorio; anche dal punto di vista alimentare il Giappone dipende dal mare e la pesca è una risorsa importante che la marina ha dovuto sempre tutelare.
In prosecuzione naturale dell’alleanza anglo-giapponese del 1902, il Giappone entrò nella prima guerra mondiale al fianco degli Alleati il 23 agosto 1914: a novembre, dopo un lungo assedio, la Marina imperiale occupò la base navale tedesca di Tsingtao nella penisola cinese di Shandong, perdendo nell’azione l’incrociatore Takachiho silurato da una torpediniera tedesca. Al contempo, tra agosto e settembre un gruppo da battaglia aveva operato nell’Oceano Pacifico centrale per inseguire lo squadrone tedesco dell’Asia orientale, fuggito nell’Atlantico meridionale dove fu intercettato e distrutto da forze navali britanniche. Il Giappone occupò inoltre gli ex-possedimenti coloniali della Germania in Micronesia (isole Caroline, isole Marshall, isole Marianne esclusa Guam) che gli furono poi affidati dalla Società delle Nazioni come mandato del Pacifico meridionale, tenuto de iure fino al 1947. L’incrociatore corazzato Nisshin a Malta affiancato da alcuni U-Boot tedeschi dopo la loro resa: la bandiera navale nipponica sormonta quella della Kaiserliche Marine. Durante la prima fase del conflitto la Royal Navy si rivolse alla Marina imperiale in varie occasioni: oltre alla caccia alla squadra tedesca, per la scorta ai convogli delle truppe ANZAC e per affittare i quattro incrociatori da battaglia della classe Kongō, armati con nove pezzi da 356 mm, proposta rifiutata dal governo giapponese. In seguito a ulteriori e pressanti richieste di contribuire al conflitto e con l’adozione da parte della Germania della guerra sottomarina indiscriminata dall’inizio del 1917, la Marina imperiale giapponese inviò a marzo di quell’anno una forza speciale di cacciatorpediniere nel Mar Mediterraneo. Questo distaccamento era comandato dall’ammiraglio Kōzō Satō e consisteva nell’incrociatore corazzato Nisshin e di otto tra i più moderni cacciatorpediniere: fece base a Malta, proteggendo efficacemente il traffico navale alleato da Marsiglia e Taranto ai porti egiziani fino alla fine della guerra; l’unica unità a essere perduta fu il cacciatorpediniere Sakaki, silurato da un sommergibile della k.u.k. Kriegsmarine con la morte di cinquantanove fra ufficiali e marinai. Al termine del conflitto la marina nipponica ricevette come compensazione di guerra sette sommergibili tedeschi che furono portati in Giappone per essere analizzati, contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo dell’industria e dell’arma sottomarine nipponiche.
Il Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu (大日本帝国海軍航空本部 lett. “Servizio aeronautico della Marina imperiale giapponese”) è stato dal 1912 al 1945 l’aviazione navale dell’Impero giapponese e parte integrante delle forze armate giapponesi durante la seconda guerra mondiale. L’aviazione giapponese non era una forza armata indipendente, ma l’esercito e la marina avevano una propria aviazione e le due spesso erano in conflitto tra loro sia per quanto riguarda la strategia operativa che per la priorità nei rifornimenti di mezzi e materiali. Il compito primario dell’aviazione di marina era di appoggiare le forze di superficie e condurre operazioni contro l’aviazione nemica. Non era teoricamente previsto che attuasse operazioni strategiche di sua iniziativa. Il servizio aereo era relativamente esiguo e i piloti pochi, pertanto era difficile sostituire gli eventuali caduti.
Il Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu, in giapponese 大日本帝国陸軍航空本部 (Servizio Aeronautico dell’Esercito Imperiale Giapponese), è stato l’aeronautica militare dell’Impero giapponese e parte integrante dell’Esercito imperiale giapponese non essendo una forza armata autonoma. Proprio come l’Esercito, anche il Servizio Aeronautico fu sviluppato secondo le linee della corrispettiva tedesca, la Luftstreitkräfte; infatti il suo obiettivo primario fu di dare supporto aereo ravvicinato alla fanteria mantenendo comunque una capacità limitata di interdizione aerea. Il Servizio Aeronautico diede inoltre un importante supporto nelle operazioni di ricognizione aerea per l’Esercito.
Prima guerra mondiale
L’Esercito Imperiale fece uso di dirigibili per l’osservazione aerea nella guerra russo-giapponese tra il 1904-1905 e acquistò il suo primo aeroplano, un biplano Farman, nel 1910 realizzando il primo aereo giapponese Kaishiki No.1 nel 1911. Tuttavia, un serio interesse per l’aviazione militare non si ebbe che dopo la prima guerra mondiale. Gli osservatori militari giapponesi in Europa furono rapidamente in grado di cogliere i vantaggi della nuova tecnologia e, dopo la fine della guerra, il Giappone acquistò numerosi aerei militari rimasti in surplus, come i Sopwith 1½ Strutter, i Nieuport 11 e gli SPAD. Nel 1919, l’aviazione dell’esercito fu organizzata come una catena di comando separata all’interno del Ministero della Guerra del Giappone e i velivoli furono usati in combattimento nel 1920 durante l’intervento in Siberia contro l’Armata Rossa bolscevica, vicino a Vladivostok.
Il Takachiho fu un incrociatore protetto della Marina imperiale giapponese, seconda e ultima unità della classe Naniwa, entrato in servizio nel 1885; attivo durante la prima guerra sino-giapponese e la guerra russo-giapponese, andò perduto durante la prima guerra mondiale il 17 ottobre 1914 dopo essere stato silurato dalla torpediniera tedesca S-90 nell’ambito degli eventi dell’assedio di Tsingtao. Come il gemello Naniwa, l’incrociatore fu ordinato dal governo del Giappone ai cantieri navali britannici della Armstrong Whitworth di Newcastle upon Tyne come versione migliorata del precedente Izumi; l’unità fu impostata il 27 marzo 1884 e varata il 16 maggio 1885 con il nome di…
La Satsuma fu la prima nave da battaglia giapponese progettata per essere monocalibro. In effetti essa avrebbe dovuto montare solo cannoni da 12 pollici modello Armstrong 1904, ma la fornitura di questi ebbe altre destinazioni. Pertanto infine venne montata una combinazione di 4 cannoni da 12 pollici e 12 da 10 pollici. In effetti la concezione originale era simile a quella della ben più celebre HMS Dreadnought, ma con una fondamentale differenza: l’apparato motore costituito da motori a vapore alternativi a tripla espansione piuttosto che con le rivoluzionarie (per l’epoca) turbine a vapore…
La Pobeda (in russo: Пересвет) fu una nave da battaglia tipo pre-dreadnought della Voenno Morskoj Flot Rossijskoj Imperii e della Dai-Nippon Teikoku Kaigun, appartenente alla classe Peresvet. Pobeda in russo significa Vittoria. Affondata durante l’assedio di Port Arthur, fu recuperata dai giapponesi. Ricostruita e rinominata Suō (周 防), in onore dell’omonima provincia, prestò servizio nella marina imperiale giapponese dal 1908 al 1946. Durante la battaglia di Port Arthur, combattuta il secondo giorno della guerra russo-giapponese, la Pobeda fu colpita al centro dello scafo, vicino alla linea di…
La Peresvet (in russo: Пересвет) fu una nave da battaglia tipo pre-dreadnought della Voenno Morskoj Flot Rossijskoj Imperii e della Dai-Nippon Teikoku Kaigun, capoclasse della classe Peresvet. Prese il nome da Aleksandr Peresvet, monaco ed eroe medievale russo, noto per le sue gesta nella battaglia di Kulikovo. Auto-affondata dai russi dopo l’assedio di Port Arthur, fu recuperata dai giapponesi. Ricostruita e rinominata Sagami (相模), in onore dell’omonima provincia, prestò servizio nella marina imperiale giapponese dal 1908 al 1916, quando fu rivenduta alla Russia. Impostata nei Cantieri del Baltico di San Pietroburgo il 21 novembre 1895, fu varata il 19 maggio 1898…
Il Minekaze (沢風 lett. “Vento della vetta”) è stato un cacciatorpediniere della Marina imperiale giapponese, seconda ed eponima unità della stessa classe. Fu varato nel febbraio 1919 dal cantiere navale di Maizuru. Servì in prima linea nel corso degli anni venti e dei primi anni trenta, quindi alla fine del 1941 fu assegnato al Distretto di guardia della Corea. Trascorse la guerra in decine di missioni di pattugliamento o di scorta nelle acque metropolitane del Giappone, operando prevalentemente da Sasebo. Il 10 febbraio 1944, mentre scortava un convoglio, fu silurato da un sommergibile statunitense e affondò con perdite piuttosto pesanti al largo di Formosa. Il Minekaze, come tutti gli…
La Iwami (石見) fu una nave da battaglia appartenente alla classe Borodino che servì nella Voenno-morskoj flot (la Rossijskij Imperatorskij Flot in russo: Российский императорский флот è stata la marina militare dell’Impero russo) e nella Dai-Nippon Teikoku Kaigun (la Marina imperiale giapponese (kyūjitai: 大日本帝國海軍, shinjitai: 大日本帝国海軍, rōmaji: Dai-Nippon Teikoku Kaigun, o 日本海軍 Nippon Kaigun, letteralmente “Marina dell’impero del Grande Giappone”). Varata nei cantieri di San Pietroburgo col nome di Orël (in russo: Орёл), fu una delle 8 navi da battaglia catturate dai giapponesi durante la battaglia di Tsushima. Ricostruita e sottoposta a numerose modifiche, fu integrata nella marina giapponese col nome di Iwami. La Orël prese parte…
La Fuso ( 扶 桑 Fusō) era una nave da battaglia della Marina imperiale giapponese, la capoclasse delle due navi classe Fuso. Impostata l’11 marzo 1912 nei cantieri navali Kaigun Kosho di Kure, fu varata il 28 marzo 1914 e completata il 18 novembre 1915. Fuso ero uno degli antichi nomi del Giappone. I 12 cannoni da 356 mm (14″) della batteria principale erano suddivisi a coppie in sei torrette, queste ultime disposte secondo l’inusuale schema 2-1-1-2. Alla nascita, la Fuso era la corazzata più pesantemente armata al mondo. Rispetto alla nave sorella Yamashiro, la torretta nº3 era orientata in direzione opposta. Nonostante la scarsa potenza offerta dall’apparato propulsivo, l’elevato coefficiente di finezza dello scafo permetteva alla Fuso di…