Manfred von Richthofen – Il barone rosso

S:2 – Ep.36

Manfred von Richthofen è una persona qualunque.

Quello che per i francesi era le diable rouge e per gli inglesi the Red Baron, nacque il 2 maggio 1892 a Breslavia, capitale della regione della Slesia, nell’Impero Tedesco (ora in Polonia).

Era il secondo figlio della nobildonna Kunigunde von Schickfus und Neurdoff e del barone Rittmeister Albrecht Philip Karl Julius von Richtofen, ufficiale di fanteria di base a Breslavia, dove nacque anche il fratello di Manfred, Lothar, che a sua volta sarebbe divenuto aviatore.

Ancora bambino, Manfred si trasferì con la famiglia a Schweidnitz e praticò spesso e con entusiasmo caccia ed equitazione, seguendo la orme del padre, soldato che faceva parte della cavalleria imperiale.

Completò l’addestramento alla scuola per cadetti di Wahlstatt e in seguito fu addestrato nella Reale Accademia militare prussiana a Groß-Lichterfelde dalla quale uscì nella primavera del 1911.

Assegnato come alfiere al 1º Reggimento Ulani “Imperatore Alessandro III” a Ostrovo, una specialità della cavalleria leggera ideata in Polonia, andò a pochi chilometri dalla frontiera russa e nel 1912 fu nominato sottotenente.

Devoto al regime autocratico del kaiser Guglielmo II, già all’inizio della prima guerra mondiale compì diverse azioni sul fronte orientale: il 2 agosto 1914 passò la frontiera russa col suo reggimento, che poco dopo fu trasferito a ovest.

Fu in Lussemburgo, entrò in Belgio sempre col 1° Ulani e fronteggiò i Francesi a Verdun, dove passò mesi in trincea: non c’era niente da fare per gli Ulani in quel periodo di forzata inattività e Manfred scrisse alla madre lamentando che, mentre lui passava le ore in trincea, il fratello Lothar combatteva sul fronte orientale, ma per il coraggio dimostrato per le ricognizioni sotto il fuoco nemico ricevette comunque la Croce di Ferro.

Nel maggio del 1915 fu accolta la sua domanda per entrare nella Luftstreitkräfte, l’aviazione tedesca e superato l’addestramento ai primi di giugno venne destinato al 7º Reparto Complementi dell’aviazione di Colonia per un corso osservatori.

In quegli anni l’aviazione era usata solo come ricognizione, i piccoli velivoli del tempo non erano ancora armati o pochi iniziavano ad esserlo, l’aviatore possedeva solamente una pistola che usava o contro un aviatore nemico o su sé stesso, nel caso precipitasse malamente.

Teniamo presente che i paracaduti ed eventuali sistemi per eiettarsi dei velivoli non erano ancora stati inventati e a volte, più spesso di quello che si pensa, utilizzare la propria pistola su sé stessi prima di precipitare dietro alle linee nemiche, magari con il bacino fratturato dall’impatto al suolo e bloccati all’interno di un aereo di legno che prendeva fuoco, non era la morte migliore che ci si potesse augurare.

Nei mesi di giugno, luglio e agosto del 1915 tornò al fronte orientale e operò come osservatore aereo durante l’avanzata di Mackensen da Gorlice a Brest-Litovsk.

Il 21 agosto, in seguito a un nuovo improvviso trasferimento, ripassò al fronte occidentale e fu assegnato a Ostenda: qui iniziò l’addestramento come osservatore su un “aereo da battaglia”.

L’aviazione tedesca fu tra le prime, se non la prima in assoluto, che montò un mitragliatore su di un velivolo, poi, con l’andare della guerra, si scoprì che l’elemento aria poteva fare la differenza in battaglia e si progettarono anche bombardieri, prima si utilizzavano solo i dirigibili per queste azioni, o aerei con più mitragliatori, e anche più di un posto a bordo.

Ebbe il suo primo duello aereo il 1º settembre 1915 contro un apparecchio inglese, e rientrò senza troppi danni e senza alcun successo.

Segnò poi la sua prima vittoria nel corso della battaglia della Champagne abbattendo un Farman biposto, che però precipitò dieci chilometri oltre le linee, in territorio alleato, per cui, secondo le regole del tempo, non gli fu accreditato.

Il 1º ottobre 1915, durante un viaggio in treno mentre si stava recando alla Brieftauben Abteilung di Metz, Manfred conobbe il miglior pilota da caccia tedesco dell’epoca, Oswald Boelcke, che molto contribuì al suo futuro successo.

Nel novembre 1915 Richthofen andò a Berlino per sostenere gli esami da pilota e il 25 dicembre 1915 superò il terzo esame, nel marzo dell’anno successivo fu assegnato al 2º Stormo da combattimento, in quel periodo a Verdun.

Ebbe la sua prima vittoria da pilota da caccia abbattendo un Nieuport sul forte di Douamont il 26 aprile 1916, ma anche stavolta l’aereo cadde entro le linee francesi, così non gli fu accreditato nemmeno questo.

Nel giugno del 1916 venne trasferito in Russia con tutto il suo reparto, e operò prevalentemente come bombardiere dalla base di Kowel. In agosto Boelcke arrivò a Kowel per visitare il fratello e cercare piloti per lo stormo da caccia che gli era stato ordinato di organizzare e portare in combattimento sulla Somme, così chiese personalmente a Richthofen se volesse farne parte.

Questi accettò, e il 17 settembre 1916, nei pressi di Cambrai, costrinse un aereo inglese all’atterraggio nei pressi di un campo volo tedesco: fu la sua prima vittoria ufficialmente riconosciuta.

Alla fine del 1916, in occasione della sua sedicesima vittoria, fu decorato con il Pour le Mérite, il più prestigioso premio militare tedesco della prima guerra mondiale, una croce smaltata di blu chiamata anche “Blauer Max” e gli fu affidato il comando della Jasta 11 (squadriglia da caccia), che in seguito sarebbe diventata nota come il Circo Volante in virtù dei vivaci colori che decoravano gli apparecchi ma anche per l’abilità dei piloti, scelti attentamente da Richtofen.

Tra di essi c’erano il fratello di Manfred, Lothar, e il cugino Wolfram.

Tra i componenti della squadriglia spiccava il nome, divenuto poi famoso, di Hermann Göring, futuro capo della Luftwaffe e massimo gerarca nazista.

L’appellativo di Barone Rosso gli venne appunto dal fatto che molti degli aerei da lui pilotati, a partire dall’Albatros D.III, erano completamente dipinti di rosso.

Abbattuto senza conseguenze a metà marzo del 1917, continuò a cogliere una vittoria dopo l’altra e il 24 giugno 1917 ricoprì l’incarico di comandante di una nuova unità appena formata, il Primo stormo da caccia, che comprendeva le squadriglie 4, 6, 10 e 11.

Questo stormo da caccia doveva essere un’unità autosufficiente, con lo scopo di ottenere la superiorità aerea in settori decisivi, per contrastare le sempre più consistenti formazioni del Royal Flying Corps britannico.

Il 21 aprile 1918 decollò dal campo di Cappy con altri nove piloti, fra cui suo cugino Wolfram von Richthofen che era alle sue prime missioni di guerra ma incontrarono i Sopwith Camel della 209ª squadriglia della neoistituita Royal Air Force.

Il giovane tenente canadese Wilfrid May vide che Wolfram von Richthofen restava, come lui, ai margini del combattimento aereo, e gli andò in caccia mettendosi in coda, Il barone Rosso si accorse subito di cosa stava accadendo e del pericolo che correva suo cugino ed iniziò ad inseguire Wilfrid May, il quale, con la mitragliatrice inceppata, cercò di allontanarsi.

Questa era di solito la sua tecnica abituale: cercare gli aerei in difficoltà e prenderli in caccia, tuttavia stava sempre attento a non portarsi sulle linee nemiche, ma quel giorno non prese questa precauzione e forse a causa della stanchezza fu certamente poco prudente nel sorvolare a bassa quota quelle linee.

Vedendo il riconoscibile triplano di Manfred von Richthofen in procinto d’attaccare May, il capitano Arthur Roy Brown, altro pilota canadese, decise a sua volta di attaccare il Barone Rosso e ben presto i tre aerei si ritrovarono a bassissima quota sulla terra di nessuno che separava i due fronti.

Richthofen desistette dall’inseguimento, ma sembra che avesse calcolato male la sua posizione per cui, quando fece la virata per tornare indietro, sorvolò una delle zone più munite del fronte della Somme e colpito da proiettili provenienti dalle trincee, il triplano atterrò intatto in una zona controllata dagli australiani.

Alcuni testimoni oculari raccontarono che von Richthofen era già morto, riverso sulla cloche; altri che sopravvisse ancora alcuni minuti prima di emettere un ultimo sospiro, Kaputt, riferito al suo aeroplano.

Un caccia inglese lasciò cadere sul campo-base tedesco di Cappy il seguente messaggio: “AL CORPO D’AVIAZIONE TEDESCO. Il capitano barone Manfred von Richtofen è stato ucciso in battaglia il 21 aprile 1918 e seppellito con tutti gli onori militari“.

Il capitano Brown, ritenuto uno dei possibili abbattitori del Barone Rosso, non rivendicò mai ufficialmente la vittoria; recenti ricerche ne attribuiscono l’abbattimento al sergente mitragliere Cedric Popkin oppure all’artigliere Robert Buie o, il più probabile tra tutti questi, all’artigliere “Snowy” Evans, tali soldati facevano tutti parte della contraerea australiana della 1st AIF.

Le sue spoglie furono ospitate nel cimitero del villaggio di Bertangles, vicino ad Amiens.

Finita la guerra, nel 1919 furono traslate nel Cimitero Militare Tedesco di Fricourt, sulla Somme.

Il 16 novembre 1925 il feretro del Barone Rosso attraversò il Reno e fu accolto da una folla raccolta a Kehl, gli furono tributati grandi funerali di Stato e fu seppellito insieme ai più grandi eroi tedeschi nell’Invalidenfriedhof a Berlino.

Dopo la seconda guerra mondiale, questo cimitero si ritrovò nel settore Est di Berlino: allora la famiglia, temendo che la tomba non venisse più curata, chiese e ottenne, nel 1976, la traslazione delle spoglie nel cimitero sud di Wiesbaden, nella cappella di famiglia, vicino a sua madre e sua nonna.

Viene ricordato come un asso dell’aviazione: più precisamente, come l’asso degli assi, essendogli ufficialmente accreditate 80 vittorie aeree durante la prima guerra mondiale, prima di venire abbattuto il 21 aprile 1918, 7 mesi prima della fine della grande guerra.

Von Richthofen avrebbe compiuto da lì a undici giorni il suo ventiseiesimo compleanno.

Ma questa, è un’altra storia.

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