Dresden

Lo SMS Dresden fu un incrociatore leggero della Kaiserliche Marine tedesca, prima unità dell’omonima classe, entrato in servizio nel novembre del 1908 e attivo durante le prime fasi della prima guerra mondiale; assegnato allo Ostasiengeschwader, partecipò alle battaglie di Coronel e delle Falkland, finendo infine per auto-affondarsi il 14 marzo 1915 al termine della battaglia di Más a Tierra. Impostata nei cantieri Blohm und Voss di Amburgo nel 1906, la nave fu varata il 5 ottobre 1907 con il nome di Dresden in onore dell’omonima città tedesca; la nave entrò in servizio il 14 novembre…

Tratto da: Il fuoco del primo conflitto – MARE

CLASSE:

DRESDEN

Dreadnought

La sesta HMS Dreadnought della Royal Navy britannica fu la prima corazzata monocalibro, cioè a essere armata con tutte le batterie principali di calibro uniforme, piuttosto che possedere una batteria secondaria di cannoni di calibro inferiore. Fu anche la prima azionata esclusivamente da turbine a vapore: 4 gruppi di turbine a vapore per un totale 24.700 CV. Fu una nave così rivoluzionaria che il suo nome divenne un termine generico per le navi da battaglia moderne, mentre quelle precedenti vennero…

Tratto da: Il fuoco del primo conflitto – MARE

CLASSE:

DREADNOUGHT

Regia Marina Italiana

La Regia Marina fu l’arma navale del Regno d’Italia fino al 18 giugno 1946 quando, con la proclamazione della Repubblica, assunse la nuova denominazione di Marina Militare. Con la caduta di Gaeta il 15 febbraio 1861, la fine del Regno delle Due Sicilie sancì l’unione della Real Marina Sarda alla Marina borbonica, che contribuì al suo potenziamento. Il 17 marzo successivo, con la proclamazione del Regno da parte del Parlamento di Torino, nacque la Regia Marina e l’assertore più convinto della necessità per il Regno d’Italia di dotarsi di una forza navale potente che amalgamasse le competenze delle marine preunitarie, Camillo Benso, conte di Cavour (allora Presidente del Consiglio), non mancò di ribadire il proprio impegno di fare dell’Italia una nazione di spiccato carattere marittimo. L’impegno di Cavour portò ad un notevole sviluppo della flotta, che si interruppe con la battaglia di Lissa; perché la Regia Marina tornasse a dotarsi di navi moderne ci vollero dieci anni, con lo sviluppo della classe Caio Duilio. Grazie ad ingegneri navali come Cuniberti e Masdea vennero prodotte classi di navi interessanti, ma sempre in numero limitato a causa delle necessità di bilancio del paese. La guerra italoturca fu il primo vero banco di prova per la nuova flotta, schierando in linea praticamente le stesse navi poi impegnate nella prima guerra mondiale, durante la quale, tuttavia, non vi fu mai alcuna vera e propria “battaglia navale” con la flotta austroungarica. Le scelte operate tra le due guerre condizionarono infine pesantemente le strategie e le capacità operative della Regia Marina nella seconda guerra mondiale, durante la quale, pur battendosi validamente, subì una serie di sconfitte senza riuscire ad impedire il sostanziale predominio della Royal Navy nel Mar Mediterraneo. Già dal 1890 la marina italiana si interessò della nuova arma sottomarina, quando fu impostato e prodotto nell’Arsenale di La Spezia il sommergibile Delfino, che però non ebbe molta fortuna in quanto il progetto dopo un primo abbandono fu reso operativo solo quattordici anni dopo. Nel 1914 la flotta contava oltre al Delfino anche cinque Glauco.

Tratto da: Il fuoco del primo conflitto – Italia

Bandiera navale

Da 83 a 174 unità navali

Dreadnought 5 (1)
Pre-dreadnought 8
Incr. da battaglia 0
Incr. corazzati 9
Incr. protetti 0
Incr. leggeri 5 (9)
Cacciatorpediniere 35 (17)
Sommergibili 21 (64)
(tra parentesi le unità aggiunte ad ostilità iniziate)

Regia Aeronautica Italiana, coccarda

La coccarda è una decorazione o un distintivo di forma tondeggiante spesso usata come simbolo o come insegna ufficiale dagli Stati sovrani, è anche utilizzata come premio nelle competizioni sportive o come segno di appartenenza politica. La prima nazione che usò l’effige di una coccarda sui suoi aerei fu la Francia, che iniziò ad applicarla sui velivoli della propria aeronautica militare nel 1909. L’uso della coccarda sugli aerei militari si diffuse anche sui velivoli di altre nazioni durante la prima guerra mondiale. Ad esempio la coccarda tricolore italiana comparve per la prima volta, sugli aerei militari, nel dicembre 1917. La coccarda italiana tricolore è l’ornamento nazionale dell’Italia, è composta dai tre colori della bandiera italiana, con il verde al centro, il bianco subito all’esterno e il rosso sul bordo. La coccarda tricolore è uno dei simboli dell’Aeronautica Militare Italiana, è diffusamente utilizzata su tutti gli aeromobili statali italiani, non solo militari.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Italia

Regia Aeronautica Italiana

La Regia Aeronautica fu, assieme al Regio Esercito e alla Regia Marina, una delle tre forze armate del Regno d’Italia. Prima della nascita della Regia Aeronautica esisteva il Servizio Aeronautico (dal 1913 Corpo Aeronautico) che era un reparto destinato agli aeromobili dell’Esercito del Regno d’Italia. Istituito il 6 novembre 1884, venne fuso successivamente con l’aviazione della Regia Marina. Portava questo emblema distintivo applicato sulle derive degli aerei dal 29 aprile 1913 al 28 giugno 1915. Il Ministero della Guerra, nel 1884, su iniziativa del Tenente del Genio Alessandro Pecori Giraldi, autorizzava la costituzione di un Servizio Aeronautico presso il distaccamento di Roma della Brigata Mista del 3º Reggimento genio di Firenze ed il reparto si sarebbe occupato degli aerostati da ricognizione. Nel gennaio 1885 il Servizio Aeronautico fu denominato Sezione Aerostatica destinata, tra l’altro, all’uso dei due palloni frenati in dotazione: il Torricelli e l’Africo. Nel 1886 la sezione, pur rimanendo di fatto basata a Roma, passò alle dipendenze della 6ª Compagnia del 3º Reggimento del genio di Firenze, raggruppando personale e dotazioni di altri reparti militari. La regia Aeronautica, istituita con regio decreto nel 1923, i suoi uomini ebbero un ruolo di primo piano nella cosiddetta “età dell’oro” dell’aviazione, compiendo varie crociere aeree e gareggiando nella Coppa Schneider. La politica estera del regime fascista la vide impegnata nel 1935 e nel 1936 nella guerra d’Etiopia e, dal 1936 al 1939, nella guerra civile spagnola dove fu attiva l’Aviazione Legionaria. Successivamente, dal 1940 al 1943, prese parte alla seconda guerra mondiale nel corso della quale, in seguito all’armistizio di Cassibile reso noto l’8 settembre 1943, i suoi uomini si divisero tra l’Aeronautica Cobelligerante, fedele al Regno del Sud, e l’Aeronautica Nazionale Repubblicana, forza armata della Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini. A partire dal 18 giugno 1946, in seguito alla nascita della Repubblica Italiana, ha modificato la denominazione in Aeronautica Militare.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Italia

Coccarda Servizio Aeronautico

Da 130 a 150 velivoli

Regio Esercito Italiano

Il Regio Esercito fu l’esercito del Regno d’Italia dal 4 maggio 1861 al 18 giugno 1946. Nato dall’Armata Sarda dopo la proclamazione del Regno d’Italia, è stato impiegato in tutte le vicende belliche del Regno, inclusa la terza guerra d’indipendenza, il colonialismo e soprattutto la prima e la seconda guerra mondiale. Dopo la nascita della Repubblica Italiana cambiò la propria denominazione in Esercito Italiano. L’Esercito del Regno di Sardegna, dopo la spedizione dei Mille, incorporò l’Esercito delle Due Sicilie e l’Esercito meridionale garibaldino tra le sue file e subito dopo la nascita del Regno d’Italia assunse il nome di Regio Esercito Italiano, ai sensi del decreto Fanti – dal nome del Ministro della Guerra Manfredo Fanti – emanato in data 4 maggio 1861. Nell’agosto dello stesso anno, per contrastare il brigantaggio postunitario italiano, venne creato un apposito corpo, la Guardia nazionale Italiana basata su quella francese. Ai 20 reggimenti di fanteria sardi esistenti se ne aggiunsero 46, ai 9 di cavalleria altri 10, e 26 battaglioni ai 10 di bersaglieri. La lotta al brigantaggio postunitario italiano e la terza guerra di indipendenza italiana (che causò 1886 perdite) furono i primi impegni del nuovo Esercito, costituito prima dell’incorporazione degli eserciti degli altri stati preunitari su 5 Corpi d’armata, ognuno dei quali articolato su 3 divisioni di fanteria, ognuna delle quali era una unità poliarma con fanteria, cavalleria ed artiglieria; i 320000 soldati ed 11000 ufficiali erano quindi raggruppati in 18 divisioni. Questa bandiera, la stessa in vigore nel Regno di Sardegna dal 1848 al 1861, divenne la bandiera del Regno d’Italia a partire dal 14 marzo 1861, sebbene una legge che ne definisse la forma ufficiale sia arrivata solo nel 1923. Con essa si sancì che la Bandiera Nazionale era quella con lo stemma della Casa Savoia, mentre la Bandiera di Stato aveva lo stemma sormontato dalla Corona. Quest’ultima si utilizzava per residenze dei sovrani, sedi parlamentari, pubblici uffici e rappresentanze diplomatiche. La bandiera compariva anche nello Stemma del Regno d’Italia.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Italia

Bandiera di guerra

5.615.000 uomini mobilitati

uomini mobilitati 5.615.000

morti 651.010

feriti 953.886

perdite totali 1.604.896 (29%)

Dirigibili, differenze

Il dirigibile rigido è caratterizzato da un’intelaiatura interna in alluminio che ne determina la forma, generalmente a sigaro. Numerose celle, riempite di gas più leggeri dell’aria (generalmente elio, in passato anche idrogeno, non più usato per la sua elevata infiammabilità), permettono il sollevamento del mezzo. Il dirigibile semi rigido è caratterizzato invece da un’unica travatura reticolare di chiglia, alla quale è fissato longitudinalmente il pallone vero e proprio. Il dirigibile floscio o Blimp non è altro che un pallone di forma idonea, contenente gas ad una certa pressione, al quale è
fissata la navicella, unica parte abitata del mezzo.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Cielo

Dirigibili, storia

Il dirigibile, o aeronave, è ogni aerostato la cui direzione possa essere controllata mediante comandi aerodinamici e/o propulsivi. Il primo dirigibile fu costruito nel 1852. I primi dirigibili vennero inventati dai francesi nel 1850, sostituendo a poco a poco le mongolfiere. Nel 1900 il tedesco Ferdinand von Zeppelin inventò il dirigibile ad armatura rigida, che sostituì gli antichi palloni aerostatici a zavorra. Precursori degli odierni aeroplani, furono protagonisti di numerosi eventi spiacevoli: non sono infatti mancati gli incidenti. La loro carriera commerciale fu molto breve, dal 1929 al 1937. I modelli più famosi erano gli Zeppelin: il primo della serie, il Graf Zeppelin, collegava l’Europa e gli Stati Uniti in cinque giorni alla velocità di 100 km/h. Il Superzeppelin, che collegava Francoforte a Rio de Janeiro in quattro giorni, era lungo 245 m ed era dotato di cinque motori e ai suoi passeggeri vennero riservate una serie di strutture di lusso, tra cui cabine individuali, salotti per fumatori e un ponte-passeggiata. Tuttavia, malgrado il loro involucro rigido, i dirigibili erano vulnerabili (soprattutto in condizioni atmosferiche critiche). Così, con l’aumentare dei dirigibili in servizio, di pari passo vennero gli incidenti: caddero in mare tre grossi aerostati inglesi e lo stesso accadde al gigante della US Navy Akron. La battuta d’arresto definitiva alla costruzione e messa in servizio dei dirigibili da trasporto di linea avvenne così il 6 maggio 1937 con la tragedia dell’Hindenburg su Lakehurst, in fase di atterraggio alla sua ventunesima traversata. Negli anni 1930 all’incirca 52000 furono i passeggeri trasportati nei regolari servizi di linea. Ciò nonostante le innovazioni tecnologiche e la recente attenzione alle esigenze dell’ambientalismo non hanno del tutto soppiantato l’utilizzo e la ricerca nel campo, anche in ambito militare. Ad esempio, pur se non arrivato alla fase conclusiva, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America ha promosso lo sviluppo del Sentinel 5000. In ogni caso, date le particolari caratteristiche del mezzo aereo, sono ancora diversi i dirigibili utilizzati in campo civile, come supporto pubblicitario, stabile piattaforma per riprese aeree e anche come mezzo di trasporto turistico. Un esempio ne è lo Zeppelin NT 07, operativo dal 1997. I dirigibili erano “caricati” ad idrogeno, il primo elemento chimico della tavola periodica ed anche il più leggero ma anche estremamente infiammabile.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Cielo

Idrovolanti, differenze

Idroricognitori bi/triposto: armati in genere da mitragliatrici in postazione fissa, e/o una o più brandeggiabili, e al più di un piccolo carico di bombe, destinati al pattugliamento costiero o alla ricognizione a corto raggio quando imbarcati. Gli idrocaccia erano gli equivalenti dei caccia con decollo dall’acqua. Quella degli idrosiluranti è una specializzazione che nasce dalla necessità di contrastare le marine nemiche. Gli idrovolanti imbarcati su navi da battaglia ebbero i primi esperimenti di “lancio” da una corazzata. Idrovolanti imbarcati su sommergibili, un limitato impiego di idrovolanti avvenne anche a bordo di sommergibili.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Cielo

Idrovolanti, storia

Un idrovolante è un veicolo adatto a effettuare decolli e ammaraggi su superfici d’acqua libere o in strutture apposite denominate idroscali o idroporti. Nei primi anni del Novecento il termine “idrovolante” era altresì utilizzato dall’ingegner Enrico Forlanini per indicare gli idroplani da lui progettati, precursori dei moderni aliscafi. In questa accezione il termine venne ben presto soppiantato da “idroplano” e poi da “aliscafo”. Con la disponibilità dei mezzi, cominciarono a formarsi le prime compagnie aeree. Il 1º gennaio 1914 un idrovolante biposto Benoist XIV, pilotato da Antony Jannus, trasportando un passeggero sulla tratta St. Petersburg-Tampa (35 km), in Florida, effettuò il primo servizio commerciale di linea. La Benoist Company tuttavia interromperà il servizio di due voli giornalieri tre mesi dopo, il 31 marzo successivo. Il primato di prima compagnia aerea ad effettuare servizi regolari con aeroplani (i dirigibili Zeppelin della DELAG avevano iniziato a servire alcune tratte in Germania dal 1909), è talvolta conteso dall’Austria, che iniziò ad offrire un servizio regolare a partire da Pola nella primavera del 1915. Le prime navi appoggio idrovolanti furono la francese La Foudre del 1912 e la britannica HMS Hermes, varata nel 1913. Queste navi, varate prima della HMS Ark Royal, erano comunque più navi appoggio che vere portaerei. La prima nave in grado di consentire operazioni aeree vere e proprie fu in realtà la portaerei HMS Furious del 1916. La Regia Marina utilizzò come navi appoggio idrovolanti l’Elba, l’Europa e il Giuseppe Miraglia. Le navi appoggio idrovolanti furono impiegate fino a poco dopo la seconda guerra mondiale. Disponevano di hangar per il ricovero dei velivoli e di gru per la messa in mare ed il recupero. Il decollo poteva anche avvenire attraverso catapulte. Nel periodo che va tra le due guerre mondiali, l’idrovolante, nelle sue diverse accezioni, sembrava destinato a prendere il sopravvento sugli aerei terrestri, in particolare nei campi del trasporto e della velocità, e manteneva una chiara importanza anche nel comparto militare in particolare nel settore della ricognizione marittima. Ma negli ultimi anni del XX secolo gli utilizzi militari degli idrovolanti sono andati via via sempre più relegandosi ai soli compiti di pattugliamento antisommergibile, ricerca e salvataggio (SAR – Search and Rescue) e lotta aerea antincendio.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Cielo

Instagram