Artiglieria, differenze

Caratteristica distintiva dell’obice rispetto al cannone è la capacità di effettuare tiri sia con il primo arco che con il secondo, allorché il cannone è progettato per tirare solo lungo il primo arco. Invece il mortaio di norma spara solo nel secondo arco. In conseguenza di un utilizzo prevalente con il secondo arco, e quindi con velocità alla bocca minori, gli obici morfologicamente hanno una lunghezza relativa della canna (lunghezza assoluta/calibro) inferiore rispetto ai cannoni. Una bomba è un’arma studiata per esplodere e creare più danni e vittime possibili in modo più o meno mirato con la forza distruttiva della deflagrazione. La granata è un proiettile o un tipo di bomba che contiene esplosivo o altre materie studiate per colpire ed eliminare un bersaglio.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Artiglieria, storia

L’artiglieria è l’insieme delle armi da fuoco e delle bocche di fuoco progettate originariamente per gli assedi e per l’armamento navale. Il termine deriverebbe dal latino ars tollendi o ars telorum, cioè l’arte di lanciare dardi. Nei documenti in latino medioevale si trovano le parole arteleria, artelera ed altre voci della stessa forma; tuttavia gli storici continuerebbero ad usare il termine artiglieria anche per indicare le armi da lancio precedenti l’introduzione della polvere da sparo (baliste, catapulte, briccole e simili). L’artiglieria si divide in ‘leggera’, ‘media’ e ‘pesante’ in base al calibro e trasporto dell’arma da fuoco. Sono armi generalmente poco manovrabili, escludendo la leggera, ma molto potenti e vennero ampiamente utilizzate sia nelle battaglie terrestri contro la fanteria pesante sia negli assedi contro mura e fortificazioni. Esse sono caratterizzate da una bocca da fuoco montata su affusto, in grado di sparare proiettili anche di grandi dimensioni a notevoli distanze, impiegando una carica esplosiva come elemento generante la propulsione. Oltre alla divisione per ‘peso’ esistono altre forme di suddivisione dell’artiglieria, artiglieria terrestre da terra contro obiettivi terrestri, artiglieria navale da bordo di natanti contro obiettivi navali o terrestri, artiglieria costiera da terra contro obiettivi navali, artiglieria contraerea da terra o da natanti contro obiettivi aerei e l’artiglieria controcarri da terra anticarro. L’artiglieria terrestre è l’insieme delle armi di artiglieria progettate per l’utilizzo a terra. Una artiglieria navale è montata su una nave da guerra. Originariamente utilizzata solo per la guerra navale, in seguito fu usata anche per il bombardamento a terra e per uso antiaereo. L’artiglieria costiera o artiglieria da costa comprende le artiglierie utilizzate per difendere un tratto di costa dagli attacchi provenienti da flotte nemiche. Attualmente l’artiglieria costiera non ha più nessun ruolo. L’artiglieria contraerea si è sviluppata nelle forze armate mondiali a partire dalla prima guerra mondiale, raggiungendo la sua maturità nel corso della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi. L’artiglieria controcarri, intesa come uso dei cannoni nel ruolo anticarro, si è sviluppata insieme ai carri armati per tutta la seconda guerra mondiale. Successivamente ha perso progressivamente di importanza a favore delle armi (individuali o di reparto) controcarro.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Bombe e granate, storia

All’inizio del Primo Conflitto Mondiale anche in fatto di granate e ordigni esplosivi da lancio la Germania si rivelò più avanzata delle altre potenze internazionali, nel 1914 poteva già disporre di circa 70.000 pezzi affiancati da 106.000 appositamente realizzati per essere innestati e lanciati con il fucile. Contrariamente a quanto si pensa ai giorni nostri, l’arma impiegata maggiormente per gli assalti alle trincee era proprio la granata o la bomba a mano, e non la baionetta o il fucile. Questi ultimi servivano quasi esclusivamente a proteggere i “granatieri”, almeno nelle prime fasi dell’attacco. In seguito all’introduzione dei suddetti ordigni da lancio, vennero subito costituite pattuglie di “granatieri” e gruppi di truppe addestrate proprio al lancio di ordigni esplosivi, che costituirono un’importante e insostituibile parte dell’esercito di ciascuna nazione partecipante al conflitto. Dopo circa un anno di guerra, la produzione di granate inglesi toccò le 250.000 unità confezionate settimanalmente! Fino ad allora i “Tommies” inglesi cercano di far fronte alla limitata produzione improvvisando granate artigianali, realizzate impiegando le lattine di marmellata di prugne e della terribile carne “Maconochie” che faceva parte delle razioni di cibo standard. Tale espediente continuò tuttavia fino al termine del 1916 su tutti i fronti internazionali ove le truppe inglesi si trovarono a combattere, evidentemente la produzione industriale di granate avrebbe dovuto continuare a crescere in modo esponenziale. Qualsiasi granata, sia da lancio a mano o con il fucile, poteva esplodere in due modi differenti: in seguito all’impatto (percussione) o con una miccia temporizzata. I soldati preferivano quest’ultimo tipo, soprattutto per evitare il terribile rischio di detonazione involontaria in seguito a qualsiasi tipo di impatto. Dopo i primi tentativi con una rudimentale miccia (da accendere proprio come quella di un normale candelotto di dinamite), si preferì dotare le granate di una spoletta. Altri due tipi di granate potevano essere innescati staccandone l’impugnatura o sfregandole contro una superficie ruvida, proprio come un cerino. Ma mentre le granate da lancio con il fucile vennero quasi subito abbandonate dall’esercito tedesco, i francesi e i britannici riuscirono a svilupparne una versione finalmente affidabile e capace di una gittata di ben 400 metri. Le “Cup Grenades” furono riscoperte dalla Germania Guglielmina.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Fucili e mitragliatori, storia

Armi lunghe: sono quelle armi leggere dedicate ai tiri su lunghe distanze, hanno la canna lunga e vengono imbracciate utilizzando entrambe le mani e quasi sempre sfruttando l’appoggio alla spalla per reggerle durante il puntamento e lo sparo. Ne sono tipici rappresentanti i fucili, le carabine, i moschetti ed alcuni mitragliatori, anche se queste ultime utilizzano spesso un appoggio di sostegno a bipiede o a treppiede per mantenere la stabilità dell’arma durante gli spari a raffica. Le armi lunghe vengono impiegate nell’esercizio della caccia, quale armamento individuale in guerra e per uso ludico-sportivo in attività di tiro a segno. All’inizio del XIX secolo furono inventate le prime armi a ripetizione, in seguito, con il passaggio alle armi a retrocarica, si ebbe un ulteriore sviluppo con l’adozione del sistema di accensione “a percussore lanciato” reso possibile dalla nascita della cartuccia, racchiusa all’interno di un involucro detto bossolo. Tra i primi esempi di tali armi si può ricordare il fucile Chassepot con percussore ad ago e cartucce di carta con innesco situato direttamente a contatto della parte posteriore della palla. Da segnalare anche nella seconda metà del XIX secolo i fucili ad azionamento a leva e la mitragliatrice Gatling, una delle prime armi a ripetizione ad avere un certo utilizzo in un conflitto, in tal caso nella guerra civile americana. Ad oggi la carica, l’innesco e il proiettile sono contenuti in un bossolo metallico e l’insieme costituisce la cartuccia, mentre l’arma provvede (dopo essere stata caricata ed avendo alloggiata una munizione nella “camera di cartuccia” all’interno della canna) a percuotere l’innesco tramite un percussore (a sua volta azionato o meno da un “cane”), che vi si abbatte sopra come un martello. Il fatto che l’intera munizione sia diventato un unico oggetto, ha permesso anche lo sviluppo di sistemi di alimentazione, di scatto e di gestione della ripetizione del colpo che hanno portato a produrre armi da fuoco automatiche con cadenze di tiro di parecchie centinaia di colpi al minuto; le armi automatiche con maggiore cadenza di tiro attualmente in uso discendono dal cannone M61 Vulcan sono munite di un affusto con più canne rotanti: ad esempio, l’arma principale dell’aereo anticarro A-10 Thunderbolt II è un cannoncino a 7 canne rotanti in grado di sparare 4000 colpi (esplosivi o perforanti in uranio impoverito) da 30 mm ciascuna al minuto.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Pistole e rivoltelle, differenze

La rivoltella (anche nota come pistola a tamburo o, in inglese, revolver) è un tipo di pistola a retrocarica/avancarica del tamburo a ripetizione semplice, caratterizzata da un serbatoio a tamburo capace di compiere illimitate rivoluzioni intorno al proprio asse longitudinale; dal particolare moto del tamburo deriva il nome (revolvere infatti, nella lingua latina, significa girare o rivoltarsi). Gli elementi che contraddistinguono una pistola (come categoria generale che comprende vari tipi di armi corte tra cui anche la rivoltella che altro non è che una “pistola a rotazione”) sono la presenza di un’impugnatura solitamente quasi perpendicolare all’asse della canna e dall’assenza di una calciatura fissa che in alcuni modelli può essere aggiunta per il cosiddetto “tiro in appoggio”, cioè imbracciando l’arma e poggiando il calcio contro il corpo.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Terra

Pistole e rivoltelle, storia

Armi corte: sono destinate soprattutto ad un uso personale nei confronti di bersagli a corta distanza o in modo occulto, presentano una canna corta e generalmente vengono impugnate con una mano sola. Rientrano in questa categoria le pistole, i revolver ed anche alcune pistole-mitragliatrici, nonostante queste ultime, per essere controllate durante il tiro a raffica, vengano impugnate con entrambe le mani. Generalmente utilizzate in ambito civile come armamento individuale delle forze dell’ordine (ad esempio la Polizia), come strumento di difesa e come attrezzo sportivo in discipline di tiro a segno. All’inizio del XIX secolo furono inventate le prime armi a ripetizione, come il “revolver”, opera di Samuel Colt in base a un suo brevetto del 1835: si sfruttava un tamburo, ovvero una sorta di cilindro con più camere di scoppio, ognuna delle quali accoglieva una carica completa di proiettile che veniva sparato quando la camera era allineata con l’asse della canna (singola). L’allineamento avveniva ogni qualvolta si arretrava il cane, mentre lo sparo avveniva quando si premeva il grilletto. Quest’ultimo liberava il cane stesso che si abbatteva percuotendo via via le capsule al fulminato di mercurio poste sulla circonferenza posteriore del tamburo che, a loro volta, innescavano la carica di lancio contenuta nella corrispondente camera sottostante. In queste armi tuttavia ogni colpo era caricato singolarmente inserendo i vari componenti anteriormente in ogni camera del tamburo. In seguito, con il passaggio alle armi a retrocarica, si ebbe un ulteriore sviluppo con l’adozione del sistema di accensione “a percussore lanciato” reso possibile dalla nascita della cartuccia, racchiusa all’interno di un involucro detto bossolo. Nel 1893 Hugo Borchardt, prendendo spunto dalla mitragliatrice di Maxim, crea la prima pistola semiautomatica prodotta in massa, la Borchardt C-93. Da questa nel 1897 derivò la famosa Luger P08, sviluppata da Georg Luger e adottata da varie forze armate europee. Nel 1896 Peter Paul Mauser brevettò un’altra rivoluzionaria pistola semiautomatica, la C96, la quale aveva un caricatore fisso posto anteriormente al grilletto. Nei primi anni del 1900 in America John Moses Browning diede origine alla Colt Government 1911 in calibro .45 ACP, la quale ha gettato le basi del design delle pistole moderne, rimasta per più di un secolo pistola d’ordinanza dell’U.S.Army e di molti corpi di Polizia e tuttora in produzione.

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Deutschland

La classe Deutschland era una classe di corazzate di tipo pre-dreadnought tedesche. Concepita mentre le navi da battaglia pluricalibro stavano già diventando obsolete, venne comunque completata. Le sue unità entrarono in servizio dal 1906 al 1908 nella Kaiserliche Marine durante la prima guerra mondiale; tranne una nave affondata nella battaglia dello Jutland, il resto della classe sopravvisse alla guerra; le quattro navi furono tra le otto corazzate obsolete concesse alla Germania dal Trattato di…

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CLASSE:

DEUTSCHLAND

Derfflinger

La SMS Derfflinger era un incrociatore da battaglia (Schlachtkreuzer in lingua tedesca) della Kaiserliche Marine costruito appena prima dell’inizio della prima guerra mondiale. Era la prima nave della sua classe comprendente anche la SMS Lützow e la SMS Hindenburg. Il Derfflinger era più grande e comprendeva notevoli miglioramenti rispetto agli incrociatori della classe precedente nell’armamento, la protezione e l’autonomia. La nave fu battezzata in onore del Generalfeldmarschall Georg von…

Da: Il fuoco del primo conflitto – MARE

CLASSE:

DERFFLINGER

soprannome: Iron Dog

Defence

La HMS Defence fu un incrociatore corazzato della classe Minotaur costruito per la Royal Navy nel 1907. Fu l’ultimo incrociatore corazzato costruito per la Royal Navy. Era in servizio nel Mar Mediterraneo quando iniziò il primo conflitto mondiale e prese parte all’inseguimento della Goeben e della Breslau. La Defence fu trasferita alla Grand Fleet nel gennaio del 1915. La Defence fu affondata il 31 maggio 1916 durante la battaglia dello Jutland. Parte della scorta della Grand Fleet incrociò involontariamente la…

Da: Il fuoco del primo conflitto – MARE

CLASSE:

MINOTAUR

Curlew

La HMS (abbreviazione per Her/His Majesty’s Ship, ovvero Nave di Sua Maestà, il prefisso navale utilizzato per le imbarcazioni della Royal Navy, la marina britannica) Curlew (Pennant number D42), ottava nave britannica a portare questo nome, è stata un incrociatore leggero classe C, tipo Ceres, della Royal Navy. Venne impostato nei cantieri Vickers Limited il 21 agosto 1916, varato il 5 luglio 1917 entrò in servizio il 14 dicembre seguente. Al momento dell’ingresso in servizio, in piena prima guerra mondiale…

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CLASSE:

C

motto: Solvitur ambulando

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